Epica all’open day

 

Sabato 12 Novembre c’è stato l’open day delle scuole della Fondazione Sacro Cuore: una bella occasione per tutti di visitare la scuola e per noi studenti di presentare il lavoro svolto dall’inizio dell’anno. Ecco che cosa è successo nella presentazione di epica, una materia importante per la scuola media.

I nostri compagni si sono studiati ognuno la propria parte, tranne per chi faceva il narratore e l’hanno recitata con successo. Abbiamo deciso di presentare il dialogo tra Ettore e Andromaca, tratto dal VI libro dell’Iliade e abbiamo cominciato a preparare l’evento fin dall’inizio dell’anno perché la realizzazione sarebbe stata molto lunga e impegnativa. Ogni volta che in classe c’è stata la lezione di epica ci siamo divisi in cori e solisti e abbiamo provato e riprovato correggendo gli errori fino a quando siamo riusciti a dare il meglio di noi stessi.

Durante l’open day abbiamo ripetuto tre volte l’esposizione, ottenendo un grande successo.

Nel brano recitato ci sono frasi molto belle e appassionanti che svelano la personalità di ogni personaggio. Ettore, quando saluta il figlio e la diletta moglie, esclama: “A nol consente, no, questo cor”. È il suo cuore che gli impedisce di sottrarsi al dovere di combattere, tradirebbe sé stesso se tradisse il suo popolo e il suo compito. E così va a combattere sapendo di morire per salvare sua moglie e suo figlio dagli Achei che, vittoriosi, li avrebbero ridotti in schiavitù.

Bellissima anche l’espressione di Ettore che manifesta la speranza che suo figlio sia splendore della patria: “Giove pietoso e voi tutti, o Celesti, ah concedete che di me degno un dì questo mio figlio sia splendor della patria, e de’ Troiani forte e possente regnator. Deh fate che il veggendo tornar dalla battaglia dell’armi onusto de’ nemici uccisi, dica talun: Non fu sì forte il padre.”

Ettore con queste parole vuole che il suo unico figlio sia il più forte dei Troiani, che sia il più rinomato e che sia nel futuro ancora più valoroso di lui.

Corrado Mallia

Tommaso Riccio Cobucci

 

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