Il calcio in video

 

Dal 2005 al 2012. Sette anni. Per il mondo dell’elettronica e per i videogiochi sette anni sono un’eternità. Ma come e quanto sono migliorati i videogiochi? E che cosa c’è ancora da migliorare? Per scoprirlo abbiamo confrontato tutte le annate di uno dei videogame più diffusi al mondo e più appassionanti per noi ragazzi: Fifa.

Iniziamo da Fifa 2005: un gioco che pareva all’avanguardia, con fuorigioco e sostituzioni uguali a quelli reali e che valeva bene i 45 euro di costo. In compenso bisognerà aspettare il 2007 per avere il replay, il fair play è una novità del 2012 (ad esempio se un giocatore si fa male, con l’ultima edizione del videogame gli avversari interrompono il gioco per permettere i soccorsi). Quanto al prezzo, l’ultimo Fifa costa appena 10 euro.

Dal punto di vista del realismo sono migliorate enormemente l’agilità, la scorrevolezza e il realismo delle azioni. Nelle prime versioni i giocatori si muovevano a scatti e sembravano robot. Oggi sono molto più realistici, meno “piatti”, e soprattutto tiri, passaggi e lanci sono eseguiti con molta più naturalezza. Quanto ai volti dei giocatori, se nel 2005 sembravano disegnati, oggi somigliano di più a fotografie tridimensionali grazie all’aumento dei pixel. Soprattutto molti giocatori avevano un’aria inespressiva e alienata, la bocca si apriva e si chiudeva con un movimento rigido, le esultanze standardizzate (nessuna esultanza particolare di nessun giocatore). Anche gli spettatori passano da essere figure appena abbozzate in cui non si vedono i volti e che non esultano affatto ad applauditori automatici sincronizzati, fino ad essere dal 2008 molto più distinti tra loro, avere una maglietta e un volto riconoscibili, e a esultare con modalità predefinite, ma diverse l’una dall’altra.

Nel 2010 vengono introdotti i falli antisportivi e di reazione, puniti come da regolamento con il cartellino rosso, ma che possono dare fastidio perché la propria squadra si può ritrovare con un uomo in meno nei momenti nei quali sei in maggiore difficoltà e senza che tu abbia fatto niente.

Eric De Micheli e Landi di 3°A

 

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