Avevano spento anche la luna

 

I professori hanno consigliato ai ragazzi delle classi terze la lettura del  libro: Avevano spento anche la luna di Ruta Sepetys. Il libro è un racconto toccante che fa riflettere nel profondo, ci sono ragazzi che hanno odiato questo libro, altri che alla fine hanno pianto, altri ancora che non avrebbero voluto smettere di leggerlo neanche un secondo, nemmeno per mangiare, altri l’hanno letto ma non è successo loro niente…

“Mi è piaciuto molto” “Mi è piaciuto abbastanza” “Non mi è piaciuto per niente”, ecco cosa dicevano in classe gli alunni delle terze. Ma non basta dire “mi piace” o “non mi piace” per formulare un giudizio, occorre innanzitutto paragonarsi con quanto il libro racconta e comunica.

La protagonista, una ragazzina lituana di quindici anni di nome Lina, il 14 giugno del 1941, viene portata via da casa dagli uomini dell’NKDV, l’esercito sovietico, con indosso soltanto una camicia da notte. Sale su una camionetta con suo fratello Jonas e sua madre e altre donne, bambini e ragazzi, verso destinazione ignota. Come Hitler in Germania perseguitava gli ebrei e le altre minoranze etniche, politiche e religiose, così Stalin decide di punire il popolo cristiano della Lituania che verrà in gran parte deportato in Siberia, ucciso dal freddo, dalla fatica e dalla fame.

Più volte durante la prigionia Lina sente crescere in sé l’odio per i suoi carnefici: “Piantai un seme d’odio nel mio cuore. Giurai che sarebbe cresciuto fino a diventare un albero imponente, le cui radici li avrebbero strangolati tutti”. Però nella sua storia incontra tanti volti amici che le testimoniano la possibilità di non soccombere all’odio.

Questo libro è molto appassionante e consiglio di leggerlo per scoprire un fatto storico poco noto, ma di grande attualità.

Chiara Todisco

 

Il 17 febbraio del 2014 gli alunni della classe III C hanno discusso, dopo averlo letto a casa, del libro Avevano spento anche la luna di Ruta Sepetys. Insieme ne hanno ricostruito la trama e ciascuno ha presentato il suo capitolo preferito.

Nel libro si narra la storia di Lina Vilkas che viene deportata assieme alla sua famiglia in un campo dove si coltivano le barbabietole. Lei, sua madre Elena e suo fratello Jonas vengono divisi già da subito dal padre Kostas . Questa è una famiglia lituana che viene accusata di complicità contro il regime filosovietico e quindi obbligata a lasciare casa dall’NKVD. In questo campo di barbabietole lei e la sua famiglia soffrono a causa dei  lavori forzati imposti dal generale e a causa delle sue minacce. Ma, nonostante le condizioni disumane della prigionia, si crea una compagnia, un gruppetto di amici che si sorreggono tutti l’un l’altro: Lina Vilkas, Jonas Vilkas, Elena Vilkas, il signor Stalas, la signora Gribas, la signora Rimas, Andrews e sua madre. Man mano che il tempo passa la protagonista ed Andrews imparano a volersi bene e ad amarsi ma le loro strade si dividono quando lei, suo fratello, sua madre, il signor Stalas e la signora Rimas vengono portati in Siberia dove morirà la madre di Lina.

Il libro è avvincente ed emozionante. Forse il suo difetto è uno stile di scrittura poco scorrevole.

Eliana Rantas

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