Pollock “My painting doesn’t come from an easel”

 

Gli studenti delle classi  terze hanno visitato la mostra: ”Pollock e gli Irascibili”, in cui erano esposte cinquanta opere realizzate da pittori americani tra la fine degli anni ‘30 e gli anni ’60.

A partire dagli anni ’30 questi pittori cominciano a distaccarsi dall’arte figurativa e negli anni ’40 a New York operarono degli artisti i cui dipinti erano caratterizzati  da un uso espressivo delle linee, del colore e del gesto di dipingere. Per questi artisti l’opera è l’espressione “del sé” attraverso linee, colori e movimenti. Pollock stesso definisce la sua arte così: “La pittura è scoperta di sé. Ogni bravo artista dipinge ciò che è”.

La mostra iniziava con un video di presentazione che illustrava la tecnica di Pollock ovvero il dripping un modo di dipingere ‘sgocciolando e danzando’ intorno alla tela. Può sembrare che Pollock dipinga casualmente, ma non è così, la sua pittura astratta significa e rappresenta la sua personalità.

Le varie opere incontrate erano realizzate con tecniche diverse, ma erano tutte astratte, oltre alla tecnica del dripping c’erano quadri realizzati con il colore colato dall’alto o con pennellate rapide e pennellate ritmiche.

Ora tocca ai ragazzi di terza imitare Pollock: il prof Cestaro ha proposto loro di riprodurre uno dei dipinti in esposizione. Le opere verranno create su tele, cartoni telati o cartoncini con colori acrilici. Io con una mia compagna ho deciso di ricreare il dipinto ”numero 27” (quello  presentato con il video all’inizio della mostra), su di una tela 120 X 60 cm con colori acrilici nero, bianco, oro e argento e tempere giallo,  ed infine rosa molto chiaro.

Speriamo che i ragazzi di terza possano vivere la stessa esperienza pittorica di Pollock, ritrovando qualcosa di sé nelle loro opere.

Chiara Todisco

 

 

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