Assaggi e riflessioni sull’opera di Gaudì (percorsi d’esame)

 

Proponiamo ai nostri lettori alcuni assaggi, tratti dai percorsi d’esame, che ben rappresentano il lavoro svolto dagli studenti di terza media sulla figura e l’opera di Antoni Gaudì. La visita a Barcellona è stata occasione per approfondire in ambito espressivo, matematico e tecnico l’opera del grande architetto con testi descrittivi in lingua italiana e spagnola, disegno dal vero e riproduzione di particolari decorativi, costruzione dei modelli della catenaria e dell’iperboloide, studio e disegno  delle sezioni delle colonne.

“El gran libro siempre abierto y que hay que hacer el esfuerzo de leer es el de la Naturaleza; los otros libros han sido extraídos de éste y además contienen las equivocaciones y las interpretaciones de los hombres” Todo su trabajo consiste de hecho en la intrepretación de este “libro” para devolver la naturaleza en sus obras con la intención de ayudar a Dios en crear la belleza del mundo: “Lo que hago es solamente colaborar con la creación de Dios.” No quiere copiar, sino proseguir al curso de la creación porque quiere ser siervo de Dios a través de sus obras: quiere continuar la creación de la belleza ya empezada por Dios. De hecho la vuelta a la creación es el fulcro de su estilo original: “La originalidad consiste en el retorno al origen; así pues, original es aquello che vuelve a la simplicidad de las primeras soluciones”

Alessia Franciosi

Addentrandomi, per quel che mi hanno consentito le mie conoscenze, nello studio della colonna di Gaudì ho scoperto il grande rigore e il grande lavoro che ha portato Gaudì a rivoluzionare l’architettura. Dal desiderio che tutta la sua opera rispecchiasse la Creazione, c’è un recupero di molta geometria piana e solida che io ho studiato: i poligoni regolari, il passaggio dai poligoni regolari ai poligoni stellati, le isometrie … E non solo ho anche avuto la possibilità di crescere per così dire insieme alla colonna … Un ottagono stellato di base ed ecco che attraverso movimenti fisici di rotazione, traslazione, sorge un movimento elicoidale che con precise geometrie e proporzioni porta alla ramificazione della colonna e poi alla volta che sorregge questo moderno tempio cristiano. Ho appena sfiorato l’elica e il moto elicoidale, finora a me sconosciuti, e ho intuito che ogni volta che ci si avvicina a Gaudì si spalancano le porte dei più diversi saperi: dalla geometria, oggetto del mio breve lavoro, alla fisica, alla matematica, all’arte, alla poesia … È questo che mi ha continuamente sorpreso nello studio della colonna: ogni volta potevo andare un po’ più in là. Ed è stata anche una fatica decidermi dove fermarmi, incontrare nozioni per me nuove e non potere ogni volta aprire un nuovo capitolo. Ed è forse il tesoro prezioso che porto con me da questo lavoro: una mente e un cuore aperto come quelli di Gaudì uniti a un duro lavoro fanno si che il mondo, nella sua geometria perfetta, si sveli un po’ di più anche a chi come me non conosce la fisica.

Giulia Malangone

Gaudí aceptó entregar todo de su vida a la construcción de la Sagrada porque entendía lo importante del proyecto: no es una simple iglesia, sino en este templo se representa toda la Historia de la cristianidad, visualmente al exterior y espiritualmente al interior. Esto implica SACRIFICIOS: “el sacrificio es la única cosa fructífera“. Según Gaudí para realizar algo verdaderamente grande hay que dar todo: inteligencia, fuerzas, tiempo, manos. Sacrificio significa hacer sagrado algo y es una acción importante porque corresponde a una renuncia personal para una finalidad más grande: a Guadí no le importaban los comentarios de la gente y renunció a una paga de ricos para la edificación de la Sagrada Familia. Según el arquitexto, experimentar el dolor significa conocer todos los aspectos de la vida, los positivos y los más negativos. Por eso se puede decir que Gaudí ha construido una obra humana, porque toca todos los aspectos de la vida, hasta en el profundo del alma. Lo que ha construido es signo de una gran experiencia del hombre; el color de la fachada es un ejemplo: el blanco representa la pureza, el rojo la pasión de Cristo, el negro la muerte. Estos símbolos son fruto de reflexión y se pueden realizar sólo si un hombre conoce la vida y asocia y entrelaza las cosas. El Arte verdadero está hecho de sacrificio: mirando el Templo de la Sagrada Familia – la fachada realizada por Gaudí mismo y todo lo demás – esto es claro.

Matilde Cioni

In questo capitolo presento la catenaria, una particolare struttura ad arco presente nella Sagrada Familia. Per poterci meglio soffermare su questo elemento architettonico abbiamo costruito un modello in scala. Il modello consiste nel far assumere ad una catena, appesa a due aste, la linea della catenaria determinata dal peso proprio e dall’applicazione di alcuni pesi. Sulla base del modello è applicato inoltre uno specchio per poter riflettere la catenaria capovolta e così percepire il profilo dell’arco … In seguito abbiamo misurato la curva ottenuta e disegnato il prospetto del nostra arco a catenaria. A partire dalle misure di questo disegno è stato realizzato un modello con blocchetti in legno capace di stare in piedi senza nessun sostegno laterale … Possiamo ora riprendere la domanda da cui siamo partiti: capire come la struttura è in grado di autosostenersi. Gaudì infatti è stato capace di guardare alla condizione della gravità, non come una limitazione a cui opporsi, ma come qualcosa da cui imparare, perché comunque esistente, e quindi necessaria e positiva, non limitativa. Questo suo punto di vista lo portò a concepire il metodo costruttivo della “catenaria”. Gaudì ha sfruttato la gravità stessa per poter sviluppare una struttura portante curva che sopporta sforzi di compressione. In conclusione possiamo definire l’arco a catenaria come un elemento autoportante, cioè in grado di sostenere il peso stesso della struttura (stato di quiete) e anche il peso di carichi aggiunti senza l’intervento di strutture di sostegno.

Anna Guarinoni

La decoración (desde decus, dignidad) es un elemento que acompaña la arquitectura de Gaudí en todas sus obras: ser dignos significa ser capaces de estar delante de algo, mereciendo algo. Gaudí es digno de concluir la obra de Dios porque su inteligencia delante la creación se arrodilla, reconosciendo la grandeza de otro arquitecto: el Arquitecto de la Vida.

Matilde Ripepi

Después de su conversión, Sotoo afirma que él construye la catedral para costruirse a sí mismo. Esto implica sufrimiento porque no es sólo un trabajo sobre una piedra, sino también un trabajo sobre su propria vida y persona. El sufrimiento, el sacrificio y el amor son atados: si no hay el sufrimiento no hay diversión, no hay felicidad. Sin el sacrificio no se puede entender que es el amor. Estos tres elementos están siempre en la vida. En efecto en la vida no hay solo felicidad, hay también las dificultades. Otra pregunda que Sotoo se pone es: “¿Dónde está mirando Gaudí?”. Hacerse esta pregunta le ayuda a entender que no debe mirar a Gaudí, no debe mirar lo que Gaudí hacía, tiene que mirar hacia donde él miraba (o sea Dios). Para Sotoo ésta es la luz que elimina su sufrimiento y alivia su sacrificio. Mirar donde miraba Gaudí para Sotoo es “magia”. Y a partir da ese momento Sotoo se siente libre. Ahora, todos los días, Sotoo se pone esta pregunta “¿Qué estoy buscando?”,y su respuesta es la fe. Todos los días busca la fe porque su conversión le ha cambiado la vida.

Paolo Giuliani

Visitando proprio la Sagrada Familia mi sono accorta che c’era una struttura particolare grazie alla quale la luce che entrava veniva riflessa in tanti punti. Questa struttura è l’iperboloide. Mi sono chiesta che tipo di struttura fosse e quale fosse la sua novità rispetto ad altre costruzioni … Per rispondere a questa mia domanda sono andata inizialmente a vedere come e perché Gaudì usa questo tipo di struttura: “Adesso voglio che le volte siano dei paraboloidi iperbolici, e questo per molte ragioni: si tratta di un magnifico simbolo della Santissima Trinità, perché sono formati da due generatrici rette e infinite, e da una generatrice, anch’essa retta e infinita, che poggia su altre due: il Padre e il Figlio uniti dallo Spirito Santo; tutte e tre ugualmente infiniti, tutte e tre una cosa sola. […] L’iperboloide è una figura geometrica solida nella quale una retta inclinata gira attorno ad un asse di simmetria, creando una forma simile a una clessidra, più stretta al centro e larga alle estremità. Tale forma geometrica, vuota al suo interno, posta sul soffitto della Sagrada ha un doppio scopo: sostenere le strutture della copertura e   permettere di far filtrare la luce naturale, di giorno come quella di notte, nell’edificio. La luce, colpendo le pareti dell’iperboloide, non viene riflessa solamente in un punto ma viene diffusa all’interno generando giochi di luce. Per capire tutto questo ho costruito un modello di iperboloide.

Maria Ardito

Per Gaudi l’iperboloide rappresenta la luce ed è per questo che ha usato questa struttura ovunque la luce dovesse passare ed essere diffusa e trasmessa da una parte all‘altra, dall’esterno verso l’interno. E così possiamo trovare iperboloidi alle finestre,  circolari o ellittiche, queste ultime facilmente identificabili dalla forma ellittica del rosone. La luce del soffitto deve passare nella navata attraverso le volte, ed è per questo che le volte sono piene di queste aperture che null’altro sono se non iperboloidi ad una falda, ricoperti da un rivestimento a mosaico verde e oro … Per costruire l’iperboloide, ho preso un cilindro fatto di fili elastici, i cui estremi sono inseriti su due circonferenze, le basi del cilindro stesso unite da un asse metallico. Se ruoto il cerchio superiore di questo cilindro, mantenendo fisso l’inferiore, i fili elastici vanno a delineare una superficie curva molto particolare: è lui, l’iperboloide a una falda!

Filippo Pozzetti

 

 

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