è il mare

La rappresentazione teatrale delle classi seconde è andata in scena il 16/17/18 maggio presso il teatro Sala Fontana, in occasione del Festival Platform. I giorni seguenti, 19 e 20 maggio, alunni e professori hanno trascorso due giorni al mare in Liguria, tra Varigotti e Pietra Ligure, per introdurre il lavoro di orientamento. Infine, lunedì 30 maggio presso il teatro dell’Istituto Sacro Cuore, lo spettacolo è stato replicato per le famiglie degli studenti.  

Così si sono raccontati i ragazzi!

A teatro mi ha colpito il fatto che si possa essere sia il personaggio sia se stessi. Per recitare infatti bisogna sapersi immedesimare in qualcuno che magari ha carattere e modi di fare differenti. Questo però non toglie il fatto che comunque sono io a recitare la parte, dunque il personaggio avrà alcune mie caratteristiche; una parte di me è il personaggio. Martina

Il mare mi ha insegnato ad essere più attenta nell’ascoltare e nell’osservare. Inoltre mi ha insegnato che davanti a lui siamo tutti mendicanti, poiché lui porta via tutto e solo un uomo semplice può capirlo. Infine mi ha insegnato a soffermarmi e a pensare su ciò che mi accade e circonda. Maria

Per tutto l’anno abbiamo parlato del mare dicendo che è impetuoso, cupo, terribile… non negando, però, la sua infinita e assurda bellezza, ma una volta arrivati a Varigotti e subito dopo a Pietra Ligure, ho visto un mare diverso, il mare che ho conosciuto io, quel mare che ho sempre considerato come casa mia e a cui sono legati i miei ricordi più belli e profondi. Il mare è come un confessionale dove posso pensare in pace, senza che qualcuno mi dica cosa fare. A volte mi rimbomba nella testa il rumore delle onde che si infrangono sugli scogli e mi ricordo di quella grande distesa salata che è capace di rapire il cuore di ogni uomo. Anna

Con questo lavoro ho guardato molti altri aspetti del mare, approfondendoli, conoscendolo. Ho imparato a stare di fronte al mare, a convivere con lui. Francesco

Durante quest’anno scolastico abbiamo conosciuto il mare non solo come spiaggia e quindi riposo, bensì come vita a bordo, pericolo: abbiamo scoperto che esso attrae oppure spaventa. Il teatro è un lavoro libero in cui ognuno può essere se stesso anche facendo parti che non lo caratterizzano; posso dire quindi che è stato un lavoro che mi ha fatto crescere. Teresa

Il teatro è un momento in cui si può esprimere quello che si è e quello che si prova. Per me il teatro non è solo un palco con degli attori, ma è fatto di organizzazione e unione e soprattutto di personalità. Beatrice

Il mare ti rapisce e nessuno vuole separarsi da lui. Il mare rapisce l’animo umano e lo tiene legato finché la morte non li separa, anche se molte volte proprio il mare è la causa della sua morte. Durante il workshop in Liguria ho capito che il mare non è solo il luogo dove, per svagarsi, si va a fare il bagno, ma il mare è una fonte di inestimabili tesori e in esso si celano migliaia di storie mai raccontate. Sara

Abbiamo elencato gli svariati colori del cielo e le sfumature dell’immensa distesa salata. Vedendo la sua grandezza e le sue onde, continuavano a tornarmi in mente battute del teatro che avevo recitato con la classe qualche giorno prima. Attraverso questo lavoro ho capito un modo diverso di guardare le cose: tutto, anche la giornata apparentemente meno promettente, può essere una bellezza e un’occasione da cui imparare. Silvia

Il teatro è un’occasione della vita, una possibilità che ti viene data. Più ci penso e più mi rendo conto che l’estenuante lavoro di preparazione non è servito solo al compimento dello spettacolo ma anche ad una maturazione personale. Arianna

Il teatro mi ha insegnato a non aver paura di far vedere chi sono o cosa so fare. Dmitri

Ho visto l’orizzonte moltissime volte, ma questa mi è sembrata la prima. Ci siamo detti che la luce della sera racconta e costudisce i ricordi. La cosa più bella che ho scoperto è che la sera racconta e custodisce anche i miei ricordi. Sofia

Ho cercato di non ridurre il mare a ciò che già sapevo e ora voglio provare a fare la stessa cosa con me. Giulia

Il mare è come un grande inginocchiatoio sul quale ripensi a tutti i tuoi errori. Ho scoperto che se mi prendo un po’ di tempo per osservare me stessa e ciò che mi sta attorno posso scoprire molto. Maria Chiara

Mi è stata assegnata la parte di un marinaio, uno come tanti altri, e pensavo che senza di me lo spettacolo si sarebbe potuto svolgere benissimo. Alle prove non ero molto presente, pensavo spesso ad altro e non mettevo impegno in quello che facevo. Ho guardato i miei compagni e mi sono chiesto come mai loro si stessero impegnando così tanto. Da allora tutto è cambiato, ho cercato di immedesimarmi nel mio personaggio, ho iniziato a provare gusto nel recitare. Che cosa ho imparato? Che devo vivere lasciandomi scalfire da quello che succede e che in ciò che facciamo, fossero anche piccoli gesti, dobbiamo metterci impegno, non per rendere felice qualcuno ma per noi stessi. Agostino

Non avevo voglia di andare al mare, credevo di aver già visto tutto. Quando siamo arrivati e abbiamo iniziato ad osservarne i colori, le sfumature, i profumi, mi sono sentito uno stupido. La sera mi sono domandato: che cosa mi sta succedendo? Filippo

Non capisco cosa sia cambiato in me, l’età, la testa, il cuore? Non so cosa mi abbia cambiato. La gita? Il teatro? Qualcosa in me si è mosso e credo sia qualcosa di grande. Giulia

Ciò che mi ha colpito di più dello spettacolo è stata la descrizione della bonaccia. Il vero uomo di mare, più che la tempesta, teme la tranquillità. È l’immobilità ad incutere timore. Durante la tempesta si intraprende una lotta contro qualcosa, mentre durante la bonaccia la lotta è con se stessi. Quella sulla bonaccia è una verità incredibile: anch’io ho paura dei momenti di immobilità della vita e non di quelli pieni, anche se si tratta di burrasca o di scontro. Francesco

Quest’anno il mare è stato per me un compagno di viaggio. Essendo immutabile, non credo che lui sapesse che ero lì a guardarlo, ma grazie a lui ho imparato ad osservare attentamente le cose, con quel “granello di stupidità” che ci permette di scoprire anche ciò che non si vede. Irene

© Fondazione Sacro Cuore

Made by MEKKO.ch