Odoardo Focherini: un testimone che interroga la nostra vita

I ragazzi di terza media, per approfondire lo studio dei totalitarismi del ventesimo secolo, in particolare di quanto accaduto in Italia sotto il fascismo, hanno ascoltato un testimone indiretto.
Giovedì 11 gennaio, le classi del Sacro Cuore insieme ad altre scuole hanno incontrato Francesco Manicardi, giornalista di cronaca che attraverso documenti, fotografie e racconti di sua mamma ha narrato la vita del nonno materno Odoardo Focherini, morto in campo di concentramento verso la fine della II guerra mondiale.
Prima dell’incontro, la prof.ssa Fertoli, rettore della Fondazione Mandelli, attraverso questa frase è riuscita a far riflettere tutti i presenti: “La storia non è composta solo da grandi fatti e avvenimenti ma anche dalla vita di tutti noi che scriviamo, ora, la storia”.
Così ha introdotto gli studenti al lavoro.
Odoardo Focherini visse a Carpi dove frequentò le scuole e partecipò attivamente alla vita dell’Azione Cattolica e della chiesa locale. Sposò Maria Marchesi da cui ebbe sette figli, lavorò come assicuratore e collaborò come giornalista con il quotidiano cattolico «L’Avvenire d’Italia».
Quando vennero approvate le leggi razziali nel 1938, aiutò moltissimi ebrei a scappare dalla deportazione e per questo venne imprigionato dai tedeschi e condotto in campo di concentramento, dove morì nel 1944 a 37 anni.
Nelle sue lettere alla moglie sosteneva che non si pentiva di aver rischiato la vita: l’unica cosa di cui si rammaricava era di non aver salvato più vite.
È stato proclamato beato nel 2013.

Gabriele Sacco

Dopo l’incontro tenuto in teatro, i ragazzi nei giorni successivi in classe hanno lavorato sulla testimonianza.
L’intervento di Francesco Manicardi è stato molto utile e interessante, infatti gli alunni si sono resi conto di verità profonde comunicate in modo semplice. In particolare sono stati colpiti da due aspetti:
· la responsabilità: nella vita capitano sempre, come a Odoardo Focherini, dei momenti in cui uno deve prendere posizione in prima persona di fronte al male, a partire dalle esperienze quotidiane, per esempio quando un compagno di classe prende in giro uno più debole; è in momenti come questi che bisogna stare in piedi anche di fronte a delle situazioni difficili;
· l’amicizia: i ragazzi hanno notato come Odoardo Focherini avesse tanti amici (l’Azione Cattolica, i sacerdoti, i giornalisti) che lo hanno accompagnato nel suo cammino umano; se uno ha degli amici veri è in grado di affrontare con più coraggio e verità le scelte della vita.
Infatti quando dobbiamo prendere una decisione importante ci sentiamo più sicuri se abbiamo un amico affidabile a cui chiedere consiglio.
Oltre alle osservazioni dal punto di vista umano, ne sono emerse alcune anche dal punto di vista storico. È stato ripreso il tema del totalitarismo, mostrando come con esso venga annullata la libertà e la capacità critica dell’uomo.
Infatti i totalitarismi sono subdoli, convincono le menti delle persone che la loro sottomissione al potere sia giusta. All’epoca del fascismo molte persone credevano fortemente che la dittatura fosse la cosa migliore, la cosa giusta. Ancora oggi, c’è chi sostiene che il fascismo abbia fatto anche cose buone. In realtà non è così. Se un regime nega o mette in pericolo la libertà, esso è assolutamente negativo, indipendentemente da tutte le altre valutazioni.
Con questo incontro e con il lavoro di ripresa, ragazzi e professori hanno celebrato il 27 gennaio, il Giorno della Memoria, in cui si commemorano le vittime dell’Olocausto che si è consumato nei campi di concentramento.

Ludovica Rolla

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