I ragazzi di prima

L’avventura delle classi prime ha avuto un’importante tappa in occasione dell’open day: i ragazzi si sono impegnati, presentando il lavoro svolto nelle diverse materie nei primi mesi di scuola. Il loro entusiasmo è ben documentato dai testi scritti in italiano.

All’open day, nell’aula dedicata ai giochi matematici, l’11 novembre, molti ragazzi stavano giocando insieme agli alunni delle prime medie. La cosa che mi ha stupita di più è stata il fatto che molti futuri primini avevano questa grande voglia di farsi avanti. Alcuni erano subito sciolti, altri, invece, ci hanno messo un po’ a rompere il ghiaccio. Noi, della scuola media, li sfidavamo ad un gioco matematico a loro scelta. All’inizio avevo un po’ di perplessità, non sapevo bene come accogliere i ragazzi, poi, appena ho visto il sorriso stampato sulla loro faccia, mi sono tranquillizzata. Mi sono resa conto che erano molto svegli e, più andavano avanti nei livelli dei giochi matematici, più miglioravano. Pensare di averli divertiti mi rende felice e spero che, quando saranno in prima media e faranno i giochi, si ricorderanno della prima volta in cui li hanno fatti con noi all’open day.
Francesca Maffioli

Il giorno dell’Open day, sono stato uno dei tanti ragazzi coinvolti nelle presentazioni delle diverse discipline. Io ero nell’aula dedicata alle uscite didattiche e presentavo il Castello di Avio, che avevamo visto in convivenza. Durante la mia spiegazione, vedevo che tutti restavano molto incuriositi e mi chiedevano continuamente che cosa fosse la convivenza, dove fossimo stati e come avessimo raccolto tutte quelle informazioni.
Sono rimasto molto soddisfatto, perché alla fine della giornata molta gente parlava ancora del Castello di Avio e della convivenza. Credo, solo credo, che io abbia svegliato una piccola scintilla di curiosità.
Francesco Maddalena

All’open day ho presentato matematica ed è stato molto divertente! Mi piaceva chiedere agli adulti perché così la sfida era più agguerrita (ma vincevo quasi sempre!).
Mi sembrava strano però chiedere a degli adulti che non conoscevo se volevano giocare con me. Certe volte gli adulti avevano paura di perdere contro di me quindi non mi sfidavano. Mi divertivo a spiegare i giochi e quando perdevo mi facevo spiegare la funzione e viceversa.
I bambini erano bravi e intelligenti ma io che mi sono allenato tanto vincevo sempre. Alla fine mi hanno battuto due persone: mio padre e un altro signore.
Edoardo Schiariti

Nell’Open Day ho lavorato con il prof. Cestaro e i miei compagni nell’aula del mosaico della disciplina Arte e immagine. Abbiamo creato un mosaico con raffigurato S.Vittore al centro di uno sfondo dorato. Non siamo riusciti a finirlo, ma si è rivelato un ottimo passatempo per chi è appassionato nel decorare, incollare e tagliare.
All’inizio pensavo che per fare arte bastasse saper pitturare e colorare, ma dopo mi sono reso conto che ciò non bastava, bisognava infatti essere precisi nell’attaccare le tesserine di das colorate o con la pittura o con la lamina d’oro usata solo dal prof che dava l’effetto dorato ma era molto più accesa e luccicante, quasi brillante.
Riassumendo è stata una giornata indimenticabile dove ho potuto esprimermi e divertirmi, perciò invito chiunque venire all’Open Day del 2018.
Marco Panetta

Il giorno 11 novembre c’è stato l’Open-Day del Sacro Cuore.
In matematica eravamo divisi in due classi: 3A e 3B; io ero in 3A. Eravamo seduti ai banchi, aspettando bambini o genitori che ci volessero sfidare, una volta trovato lo sfidante gli facevamo scegliere il gioco e mettevamo una caramella in palio per chi vinceva.
Così è andato avanti dalle 9:30 alle 10:30; poi è iniziato il secondo turno, nel quale io e i miei compagni siamo stati sostituiti da altri ragazzi di prima, seconda e terza.
Filippo Sechi

All’Open-Day io avevo il compito di aiutare nella mostra di arte e nello spettacolo teatrale. Vi parlerò di quest’ultimo, in cui avevo una parte importante, ovvero rappresentare Parsifal. Noi attori dovevamo inscenare l’infanzia di Parsifal. Sono rimasto colpito come dal niente, e in poche prove, siamo riusciti a realizzare uno spettacolo con pochi errori, se non perfetto. Del nostro laboratorio mi ha sorpreso specialmente il modo di lavorare insieme, anche se siamo stati rallentati da qualche difficoltà.
Luca Ambrogi

Il laboratorio di educazione fisica era dedicato a uno sport: l’Intercrosse.
Nella preparazione di questo laboratorio sono stati coinvolti i ragazzi di prima e di terza media per insegnare a giocare ai bambini o ai genitori.
Questo sport ha lo scopo di fare goal, ed è praticato con mazze, palline e porte. L’Intercrosse consiste nel giocare di squadra, passando la palla, ma, se essa cade, è automaticamente dell’avversario. C’è anche un’area davanti alla porta che non si può superare per tirare. Alla fine ci siamo divertiti tutti!
Leonardo Angiuli

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