Gustav Klimt, un artista a Vienna

Agli inizi di maggio le classi terze si sono recate in viaggio d’istruzione a Vienna, dove hanno visitato, tra l’altro, il museo Belvedere e il Palazzo della Secessione, luoghi simbolo dell’espressionismo stilistico di Klimt.
Nel Palazzo della Secessione, si trova la sala del fregio di Beethoven, un inneggiare alla nona sinfonia del compositore tedesco, i cui affreschi sulle pareti ne vogliono accompagnare, richiamandolo, lo sviluppo.
Viaggiando nel Fregio, e ripercorrendo in esso la Nona Sinfonia, si percepisce il desiderio di trasmettere, inizialmente, la sofferenza dell’umanità, culminante nel cavaliere, trionfante, avvolto nella dorata malinconica gloria umana, che desidera, lasciando dietro di sé la miserabile tristezza, rivolgersi avanti, memore dell’angoscioso passato, drammatico, verso la ricerca del desiderabile futuro.
Si prosegue con l’incontro di figure scarne e sofferenti, le tre gorgoni, da lontano esseri affascinanti e attraenti; guardando poi più a fondo, più in profondità, si scopre però la loro essenza malvagia, di malattia, follia e morte. Accanto ad esse vengono rappresentate la lussuria, violenta, l’eccesso, l’angoscia, la mostruosità terribile di Tifeo, simbolo di un’esistenza malvagia e beffarda, animalesca.
L’angoscia, che rode, si placa poi in un desiderio di imperante felicità, che sfocia nella poesia. L’uomo, fluttuando, diviene così beato. Nel paradiso, angeli festanti accolgono l’eroe, l’uomo, in una grande, unica, paradisiaca melodia di gioia, di umano amore, di vita.

Negli imponenti saloni del museo Belvedere, ci si immerge in un’esperienza unica. La bidimensionalità sospesa dei quadri, e la ricchezza delle varie decorazioni di Klimt, danno l’idea di un genio dalla vitalità superiore e fondamentalmente umana.
L’accostamento continuo di colori complementari, costituisce, in un unico frammento di quadro, l’essenza della sua completezza, come nell’opera Campo di papaveri. La ricchezza gioiosa del colore fa emergere dalla massa le sue figure.
Nei ritratti, raffinatezza, bidimensionalità, gusto ornamentale e decorativo, idealizzazione stilistica e modernità artistica, rendono unici i quadri.
Notevole in tutte le opere è dunque il rapporto tra realtà, con la raffigurazione realistica del volto e delle mani, e astrazione, che caratterizza il fondo del dipinto, ed esemplifica il nuovo carattere dello stile di Klimt. Nei ritratti emerge il mutamento profondo, in soli pochi anni, dell’artista, che si rende evidente nella bellezza ammaliatrice, contrastante, mortale, del ritratto di Giuditta.
Infine il quadro, che è molto di più di un’opera, che riassume ogni particolare scelta di Klimt, innovando la tradizione, unendo decorazione, idealizzazione, superando ogni contrasto, esprimendo al tempo stesso morte e vita, è Il Bacio.
In quest’opera l’abbraccio infinito tra un uomo e una donna simboleggia il puro, libero, vero amore, in un grande significato di umanità, nel desiderio coinvolgente di verità, tra il naturale e il sovrannaturale, tra il possibile e l’impossibile, nell’amore beato di vita e gioia, nell’auspicio “che questo bacio vada al mondo intero”.

Stefano Limentani

Quando siamo andati in gita a Vienna, abbiamo avuto l’opportunità di vedere Il Bacio di Klimt.
Come ci aveva già detto il professor Cestaro in classe, Il Bacio ha lo sfondo completamente dorato, come il vestito dell’uomo e della donna. Klimt voleva infatti che tutto il quadro fosse bello, non solo le figure principali, e per questo ha usato il colore dorato.
Mi ha stupito che, quando siamo entrati in quella sala per osservarlo, è stato veramente meraviglioso, perché immediatamente abbiamo notato il quadro, come se il quadro ci chiamasse: tutti vorremmo essere amati come quell’uomo e quella donna raffigurati nel quadro, tutti vorremmo essere amati in quel modo, tutti vorremmo cadere in un mare di amore come la donna, che si lascia cadere nelle braccia dell’uomo. Quel quadro ci ha chiamati perché, in fondo, tutti vorremmo essere come loro, avere una storia che non finirà mai e sapere che a qualcuno importiamo.
Ciò che mi è piaciuto di più di questo quadro è stato il fatto che Klimt ci faccia capire, attraverso ciò che dipinge, quello che cosa desidera.

Alessia Defraia

Ciò che mi colpisce maggiormente del dipinto Il Bacio di Klimt è la capacità dell’artista di rappresentare un rapporto così forte senza risultare eccentrico o eccessivamente sentimentale. A mio parere, il vero protagonista del quadro è il gesto dell’uomo, che, con una presa salda e rassicurante regala alla donna un amore infinito, nel quale ella si sente profondamente abbandonata.
Klimt è intento a rappresentare il sentimento che ognuno desidera provare, quasi la realizzazione di ogni uomo. Ciò si nota anche dalla scelta di usare l’oro, che indica il culmine del colore, l’impossibilità di avere qualcosa di più.

Lucrezia Bertorelli

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