Gita al monte Altissimo

Brentonico, Hotel Bucaneve, ore 7:30 del mattino: un forte bussare alle porte anima gli studenti ancora insonnoliti di tutte le classi del Sacro Cuore. Molti di loro, in realtà, sono già svegli per l’emozione di ciò che li aspetta e nel frattempo hanno preparato il necessario per la gita sul Monte Altissimo. 

Non sono ancora le 9:00: una lunga fila di ragazzi, divisa per classi, ciascuna al seguito di una guida, si snoda, non sempre ordinata, lungo un sentiero piuttosto ampio. Alcuni si incamminano concentrati sul proprio sforzo, già stanchi e speranzosi solo di finire quella che si rivela sin dai primi passi una gita faticosa per il caldo. Altri, invece, forse perché più abituati alle lunghe camminate in montagna, incitano i compagni che fanno più fatica, portando zaini, raccontando storie, cantando canti alpini, o addirittura distribuendo generosamente caramelle a chi sembra aver disperatamente bisogno di generi di conforto. 

Ora di pranzo: arrivo sulla vetta del Monte Altissimo, dopo una camminata estenuante. Un panorama mozzafiato accoglie gli studenti, ora finalmente uno più contento dell’altro di essere arrivati fino in cima: delle montagne maestose circondano la vetta, ma basta abbassare lo sguardo per contemplare dall’alto il Lago di Garda, che appare lontano come lo specchio azzurro di un presepe. Osserviamo questi ragazzi, alcuni ancora baldanzosi, altri disfatti dalla stanchezza: tutti adesso sono seduti in un’enorme distesa verde a mangiare i panini e ad osservare, incantati, ciò che li circonda. Prima di scendere a valle, il preside scalda i cuori dirigendo qualche canto, al punto che sulla via del ritorno i più scalmanati, nonostante i richiami della prof di inglese, non smettono di intonarli, a volte urlarli.

Tramonto: rientrati in albergo, ogni studente racconta la sua, soddisfatto di essere riuscito a compiere l’impossibile impresa o di aver aiutato un amico in difficoltà.

Agata Marzola, IIC

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