The lockers: tre punti di vista
Tanto attesi dagli studenti della Fondazione Sacro Cuore finalmente a scuola sono arrivati i nostri nuovi armadietti! Tornati dalla convivenza di inizio anno siamo entrati a scuola e ci siamo ritrovati nel corridoio, posizionati in una lunga fila ordinata, armadietti dai colori bianco, grigio e verde speranza. Dopo alcuni giorni il coordinatore di ciascuna classe ci ha spiegato alcune attenzioni da avere nell’utilizzarli e ci ha invitato ad essere personalmente responsabili. Ogni armadietto infatti è numerato e assegnato a un singolo studente, il quale deve scegliere una combinazione segreta depositata dal coordinatore e dalla preside. Gli armadietti sono molto pratici e finalizzati a contenere oggetti scomodi da tenere in mano o in classe, soprattutto atlanti e libri pesanti. Inoltre ora siamo anche più tranquilli di avere sempre al sicuro il nostro materiale di scuola ed altro (anche i cellulari vanno depositati nell’armadietto appena arrivati a scuola). Alcuni studenti hanno personalizzato il loro armadietto, tappezzandolo internamente d’immagini e foto, ma non va dimenticato che si tratta di un oggetto nuovo e, come tutti gli altri materiali scolastici, deve essere tenuto con cura. Infatti ogni anno l’armadietto sarà assegnato a un diverso studente, che deve trovarlo intatto.
Gaia Austoni
Quando venni a sapere che a me toccava un armadietto verde marcio della fila rasoterra, rimasi fortemente delusa: io che lo aspettavo con ansia, mi ritrovai una cosa molto diversa. Ma come, io che sono così alta devo strisciare per terra per raggiungerlo … le cartilagini delle ginocchia mi si consumeranno prima della fine della terza media! Mandai in tutti i posti del mondo quello stupido armadietto e giurai di non usarlo mai e poi mai. Ma il numero 180, tondo tondo, diventò presto mio amico e pian piano iniziai ad accettare il mio locker. Inoltre non vedevo l’ora di metterci il mio primo oggetto, così presi la prima cosa che mi capitò fra le mani, ovvero un pacchetto di Frisk vuoto, e ce lo misi dentro. Tutti voi vi chiederete il motivo del mio entusiasmo per l’armadietto; ebbene io lo desideravo così tanto perché quel blocco verde marcio dell’ultima fila è l’unico spazio totalmente personale, solo ed esclusivamente mio, in tutta la scuola.
Eliana Beatrice Rantas
Tutte le mattine, come ormai sono abituato a fare, passo per il corridoio per poi raggiungere la mia classe. Ma pochi giorni fa, quando ho varcato la soglia del lungo corridoio, ho notato qualcosa di strano. In quel momento non posso negare di essermi sentito per un attimo in una scuola americana, perche davanti a me c’erano dei veri e propri armadietti, o come li chiama la nostra preside, dei lockers (termine che comunque non ho mai sentito), ovverosia degli armadietti a combinazione. Per qualcuno potrebbe essere una notizia di poco conto, ma posso dire con certezza che tutti gli studenti erano agitati da questo fatto. E se un minuto prima il pensiero di tutti era di dire qualcosa all’amico, in quel momento il problema divenne la combinazione e se la cartelletta di tecnica non fosse troppo grande per starci dentro. E poi gli appiccichini… e qui salta fuori un’altra peculiarità di questo nuovo oggetto. All’intervallo ad esempio, passando per il corridoio, ho visto interni di armadietti tappezzati con il massimo della creatività: foto di cani, cantanti, oggetti, magneti, ed ogni cosa immaginabile in grado di abbellire, nei limiti del possibile, i nostri armadietti. Per non parlare poi durante il cambio dell’ora: al suono della campanella tutti escono a fiotti dalle classi e ognuno si precipita al proprio armadietto; alcuni lo aprono solo per il gusto di aprirlo, e solo pochi per una vera esigenza, e se devo essere sincero, anch’io sono stato soggetto a questa tentazione peccaminosa. Questi avvenimenti hanno allarmato i prof. poiché la follia sta dilagando: fiumi e fiumi di ragazzi si riversano in modo scomposto nei corridoi per raggiungere il loro armadietto! Non credo che riusciranno a fermarci, nessuno riuscirà a contenere questa voglia pazza di inserire la combinazione, aprire l’armadietto e buttarci dentro qualsiasi cosa passi per la testa.
Tommaso Gelmi