Le acheropite
Nel primo trimestre di scuola le seconde medie, durante le lezioni di religione, che hanno come guida la professoressa Marta D’Angelo, hanno approfondito la storia di alcune acheropite. Le acheropite sono delle raffigurazioni su tela del volto di Cristo non create da mani d’uomo.
La prima acheropita studiata fu ritrovata a Camulia, antica città della Cappadocia, e si racconta di una donna che trovò un panno con sopra raffigurato il volto di Cristo. Le tracce di questa acheropita, poi, si smarriscono e gli studiosi parlano del ritrovamento di un’altra acheropita, in un’altra antica città della Cappadocia, Edessa. Quest’ultima acheropita arriva a Costantinopoli e da lì arriverà, intorno al 1204, a Roma.
Il popolo romano iniziò a chiamare questo velo “Veronica” ipotizzando che avrebbe potuto essere il velo con cui una donna asciugò il volto di Cristo durante la salita al Calvario. Ancora oggi si può vedere questo velo a Manoppello, in Abruzzo, e viene chiamato “Volto Santo di Manoppello”. Per riconoscere se quello di Manoppello è veramente il volto di Cristo è stato sovrapposto al volto della Sindone e le caratteristiche delle due coincidono.
Lo studio di tali acheropite ci ha fatto capire che il volto di Cristo, da una parte ha sempre attratto l’uomo – come si vede nel gran numero di pellegrini che in tutte le epoche questi veli hanno portato a sé – d’altra parte rimane avvolto nel mistero, perché nessuno di questi veli può essere considerato come una fotografia indiscutibile del Messia.
Per riconoscere i tratti comuni tra queste immagini occorre infatti una gran lavoro e un’osservazione attenta e appassionata.
Francesco Bugo