Un gesto che cambierà la storia
Venerdì 4 Marzo padre Francesco Braschi, direttore della Classe di Slavistica dell’Accademia Ambrosiana, ha illustrato ai ragazzi di terza media l’importanza dello storico incontro tra Papa Francesco e il Patriarca Kirill, capo della chiesa ortodossa di Mosca e di tutta la Russia, avvenuto il 12 febbraio scorso. Per approfondire questo importante avvenimento e in preparazione all’incontro con padre Braschi, i ragazzi hanno letto durante le ore di lezione la Dichiarazione congiunta di Papa Francesco e del Patriarca Kirill con la prof. D’Angelo, insegnante di Religione.
Dopo una breve introduzione della prof. Paggi, l’esperto di slavistica ha illustrato la situazione della cristianità dopo lo scisma del 1054 fino ai giorni nostri; nei paesi slavi, soprattutto durante il periodo del “blocco comunista” i cattolici sono stati visti come eretici, come persone che “non hanno capito niente di Cristo e della sua venuta”. Questo è uno dei motivi per cui non si era mai arrivati a un incontro con il patriarca di Mosca. A dir la verità, papa Benedetto XVI si era ritrovato con il patriarca di Kiev, ma questo incontro non aveva avuto lo stesso impatto storico e mediatico, poiché la chiesa di Kiev aveva accettato soprattutto per un gesto di sfida a quella di Mosca; infatti tra le chiese ortodosse c’è molta rivalità. Inoltre, il patriarca di Mosca gode di un primato e un’influenza maggiore rispetto alle altre chiese ortodosse.
Negli anni passati, diversi papi avevano desiderato un incontro simile, ma non lo avevano ottenuto per diversi motivi: oltre al grande distacco degli ortodossi verso i cattolici, vi è il problema che un patriarca può essere deposto, e dunque prima di fare un passo importante deve accertarsi di avere il consenso dei suoi fedeli.
Questo gesto verrà ricordato come un evento di portata storica perché dimostra che oggi i cristiani sono seriamente disposti a un dialogo costruttivo per essere sempre più uniti. Nel documento congiunto, le due guide spirituali pongono infatti in primo piano le emergenze che attanagliano il mondo, mettendo da parte gli antichi asti per fronteggiare uniti i problemi più urgenti.
Se tra i cattolici la reazione è stata di sincero entusiasmo, dalla parte ortodossa alcune personalità hanno dimostrato scetticismo per questo passo epocale. Nonostante ciò, la stragrande maggioranza dei fedeli ortodossi gioisce della ritrovata fraternità e, senza pregiudizi, scopre che non per forza certi preconcetti erano veritieri.
Padre Braschi ha poi affermato che le due chiese hanno sì divergenze che attualmente sembrano insanabili, ma hanno ciascuna anche diverse ricchezze che possono trasmettere l’una all’altra. Insomma, il 12 febbraio 2016 potrebbe essere ricordato dagli storici come “il giorno che diede il via alla riunione dei cristiani”, e noi, parlando ai nostri nipoti, potremo dire: “Io c’ero!”
Marco Drufuca
Dichiarazione congiunta di Papa Francesco e del Patriarca Kirill di Mosca e di tutta la Russia