Paestum Pompei Napoli… e il destarsi di molte domande
Paestum, Pompei, Napoli: tre giorni vissuti intensamente dai ragazzi delle classi terze, a conclusione del triennio della scuola media, attraverso un percorso storico, artistico e scientifico che li ha condotti alle origini della civiltà occidentale. Tante le riflessioni e le domande sorte nei ragazzi durante l’esperienza vissuta…
In particolare, guardando i templi, ci si può stupire di come l’uomo li abbia costruiti, con il desiderio di riuscire a scoprire la perfezione e la bellezza in tutto ciò che creava. Ad esempio per la costruzione delle colonne dei templi, i greci utilizzarono, come unità di misura, il diametro di base della colonna. Tutto era in rapporto con la perfezione e la bellezza, l’edificio intero e le singole parti. I Greci avevano trovato la perfezione nella geometria, ed essi la utilizzavano per creare opere imponenti, frutto di un lavoro irreprensibile di tutta la loro vita. (…) La cosa più importante e bella che penso di aver scoperto grazie a questa uscita è che l’uomo è curioso per natura, per natura tende ad aver il bellissimo desiderio di conoscere, per natura ha quella sete di conoscenza che lo ha guidato e lo guida tutt’oggi. Anch’io voglio vivere ed essere così, curiosa e desiderosa sempre di più di scoprire cose nuove e, soprattutto, belle.
Gaia Bromuri
Ogni volta rimango impressionato dai prodigi della civiltà greca e di certo i templi sono il fiore all’occhiello di questa antica società. A Paestum ho avuto la straordinaria occasione di osservarli. La prima sensazione che ho avuto è stata di vuoto, (…) la mia mente era svuotata da ogni tipo di riflessione o pensiero, solo stupore. Davanti a me enorme, imponente, magnifico, stava il frutto di un preciso, attento e meticoloso studio architettonico, anni e anni di duro lavoro nel tentativo di ricercare la perfezione. L’unica domanda che può sorgere è: “Perché?”
Edoardo Surico
Ho scelto di descrivere i templi di Paestum perché, guardandoli, avevo come la sensazione di sentirmi in armonia con la realtà. Ho inoltre scelto di descriverli perché tutti e tre riguardano due temi molto importanti per me: l’ordine e la perfezione. Io, infatti, cerco per primo quell’ordine e quella perfezione in ciò che viene posto sotto i miei occhi. Purtroppo nessun uomo è perfetto e, in alcuni casi, sembra che la concezione di ordine sia stata dimenticata dagli uomini, schiacciata da altre esigenze che corrompono il nostro cuore. In un primo momento ho provato stupore nel vedere queste meraviglie perché era la prima volta che vedevo un tempio dal vivo. Lo stupore iniziale si è però trasformato in una domanda che tengo ancora in serbo: cosa c’entro io con questi templi che peraltro sono lontani dalla mia appartenenza religiosa?
Andrea Bagigalupo
Mi sono chiesta anche perché i miei professori avessero scelto come meta della gita d’istruzione, proprio le città di Paestum, Pompei, e Napoli. Questa visita aveva come scopo la ricerca delle nostre origini, se si sa da dove si viene, quali sono le nostre origini, si sa dove andare. Grazie alle opere dei Greci e al loro modo di stare di fonte alla bellezza io ho capito meglio cosa vorrei fare della mia vita. Vorrei camminare per arrivare all’apice del fascino affinché mi abbracci interamente. La domanda che mi è sorta spontanea in seguito è la seguente: “Cosa cambiano sessanta ragazzi di terza media che scoprono dove sono indirizzati?” La risposta che ho ricevuto mi ha fatto capire che noi non dobbiamo cambiare il mondo, non spetta a noi, però possiamo cambiare il nostro vicino di banco e lui quello del banco seguente. In conclusione vorrei ringraziare i miei professori che mi hanno fatto aprire gli occhi. Spero di continuare a spalancare occhi e cuore come ho fatto durante questa visita.
Alessia Marchetto
Successivamente ho riscoperto la mia civiltà anche guardando le strade di Pompei, nelle quali erano già presenti delle “strisce pedonali”, costruite in pietra che, però, ne avevano la stessa funzione, lo stesso scopo. Infatti i semplici bisogni delle antiche civiltà, che avevano nelle vita quotidiana, sono quelli che anche noi abbiamo a cui loro hanno trovato una soluzione utilizzata ancora oggi da noi.
Maria Liuzzi
Per quanto riguarda Pompei, devo dire che i sentimenti che ho provato sono stati di tristezza e di forte paura. Abbiamo visto come un’intera città con i suoi abitanti abbia cessato di esistere in poche ore. I sentimenti che ho provato mi hanno provocato un male fisico, un fastidio dovuto alla vista di case vuote rovinate dalle intemperie. Anche in questo luogo mi ha colpito maggiormente la tematica riguardante gli uomini e la loro vita. Ripensando infatti a ciò che succede in queste ultimi tempi nei quali dilaga il terrorismo, è ancora più accentuato il fatto che la nostra vita potrebbe finire da un momento all’altro, e la visita a Pompei è stata l’ennesima conferma che la vita è un dono. Dopo la visita in questi due luoghi, posso dire di aver riscoperto la mia passione e di approfondire la vita di uomini che, nel loro piccolo, hanno contribuito a creare la civiltà su cui oggi ci basiamo. Il fascino che questo aspetto ha esercitato su di me è dovuto alla ammirazione che provo nei loro confronti. Infatti mi è nato un desiderio di pienezza di vita, causato dalla bellezza di quei luoghi e dalla presa di coscienza che un giorno anche la mia vita finirà. (…) Infine, come conclusione, potrei dire che questi luoghi sono accomunati da un aspetto: gli uomini che ne hanno fatto la storia. Dicendo ciò nasce in me un desiderio gigantesco: quello di essere ricordato dal mondo, non come eroe, bensì come uomo.
Borghi Martino
Parlando di acqua non possiamo non parlare dell’antico acquedotto greco di Napoli: un sistema di cunicoli e cisterne interamente sotterranee. La popolazione napoletana ha da sempre utilizzato questa serie di cunicoli e grotte in modo proficuo e per rispondere alle proprie esigenze. (…) Durante i bombardamenti della seconda guerra mondiale questi tumuli vennero riaperti e utilizzati come rifugi anti aerei e nascondigli per i disertori. Questi cunicoli bui divennero la casa di molte famiglie impaurite, disperse o disperate. Oggi questa “città sotterranea” è un museo che vuole testimoniare a tutto il mondo di come un’invenzione antica sia stata essenziale per le persone nel passato.
Alessandro Pini
Secondo l’uomo greco lo spazio andava riempito in modo che rispondesse sia a uno scopo pratico sia a una perfezione estetica. L’uomo greco voleva che tutto ciò che costruiva fosse estremamente proporzionato e basato su regole matematiche e geometriche. (…) L’uomo romano aveva la necessità di costruire strutture che fossero utili alla vita nelle città, per questo motivo i latini furono i più grandi ingegneri della storia antica. Essi costruirono fogne, vie di comunicazione e acquedotti. Il piacere che provava l’uomo greco nell’edificare templi che fossero un insieme di strumenti in proporzione fra loro, e quello che traeva l’uomo romano nell’affrescare accuratamente le domus e costruire edifici per il bene pubblico, è lo stesso piacere che nel corso dei secoli di storia è giunto alla nostra civiltà e che è ben visibile nell’architettura delle città dell’Europa latina.
Irene Viscardi