La Pietà Rondanini di Michelangelo
La Pietà Rondanini di Michelangelo
I professori di italiano e arte hanno proposto ai ragazzi delle classi 2^A e 2^C un lavoro di osservazione e scrittura per incontrare la Pietà Rondanini di Michelangelo. Durante la visita a Milano Rinascimentale un momento di particolare intensità è stato dedicato a questa straordinaria scultura, presso cui il grande artista lavorò fino agli ultimi giorni della sua vita. Ecco alcuni testi prodotti dai ragazzi.
La pietà che porta in cielo
La Pietà Rondanini raffigura la Vergine che tiene in grembo Gesù nel momento in cui è appena stato deposto dalla croce. Inizialmente, nella scultura, le due figure erano ben distinte e distanziate tra loro, ma successivamente Michelangelo decise di renderle unite, di non definire i contorni dei personaggi, ma di fonderli tra loro in un amorevole abbraccio. Infatti, la Madonna si china su Gesù e lo accoglie tra le braccia, come se volesse riportare l’amato figlio al grembo. Come si può notare, la mano di Maria sulla spalla di Cristo non è ben definita, è un tutt’uno con il suo corpo. Maria e Gesù sono uniti in unico corpo, provano uno stesso dolore: dal dolore di uno deriva il dolore dell’altro. Mentre si piega, la Madonna ha uno sguardo di tenerezza e delicatezza, anche se è addolorata e impietosita. La Pietà Rondanini può essere interpretata in due modi. Il primo è il movimento di Gesù che si accascia e si lascia andare su Maria. Questo si nota dalle gambe fragili e affaticate, che tendono a scivolare verso la morte. Si può però pensare che il significato di quest’opera non sia quella della morte, della fine, ma di un nuovo inizio, la spinta verso il Cielo, verso Dio: la Resurrezione. Infatti, se si osserva la scultura dal lato, si nota molto bene che la statua segue una linea curva. È la Madonna che si appoggia a Gesù, che si affida dolcemente; Gesù invece sostiene Maria e ricomincia la vita dalla morte, ritorna alla vita eterna.
La grandezza di quest’opera è la capacità di Michelangelo di rappresentare contemporaneamente la morte e la Resurrezione, due significati diversi di una scena, che stanno uno dentro l’altro.
Inoltre, attraverso la pietà non ben definita nei contorni, Michelangelo sottolinea la profonda unione tra la madre Maria e il figlio Gesù: il loro dolore che proviene dal dolore dell’altro.
Scarfone Caterina
Una curva tendente verso l’ infinito
“Un’altra statua principiata per un Cristo ed un’altra figura di sopra, attaccato insieme spezzata e non finita”.
Cosi il notaio Roberto Ubaldini descrive, il giorno dopo la morte di Michelangelo, quella che oggi è a noi nota come pietà Rondanini. A dire il vero non è una delle tante statue del noto artista, ma la statua. In essa si cela la continua ricerca dell’autore verso il mistero dell’amore tra madre e figlio, del dolore che unisce l’uno all’altro e della morte.
Gesù, sopraffatto dalla morte è sostenuto da sua madre, che si china su di lui, anche essa sopraffatta dall’inevitabile destino: quasi a voler emettere un ultimo grido, cerca di ricondurre a sé, al suo grembo quella creatura ormai esanime e avvinta.
Questo si intuisce dal fatto che i due corpi si fondono: le braccia del Cristo assumono quasi una posizione innaturale per aggrapparsi e abbracciare il corpo della madre.
Gesù si lascia andare, il suo corpo scivola via, le sue gambe sono stanche. Maria è appoggiata a Gesù, lo avvolge e lo protegge. Sono impotenti, sul loro volto c’è il dolore e la rassegnazione, non possono fare altro che sostenersi, il dolore dell’uno diviene il dolore dell’altro tanto che diventa difficile distinguere chi dei due sorregge e sostiene l’altro: la madre sorregge il figlio o è lei che si appoggia sulle sue spalle?
Gesù ha lo sguardo sfinito e stanco, Maria ha lo sguardo dolce e pieno d’amore. Per quest’amore, più forte di qualsiasi cosa al mondo, non lo vuole lasciar scivolare ed andar via da solo, ma vuole andare e scivolare verso l’ infinito con lui per sempre come si capisce dalla foto raffigurata che, mostra bene questa prospettiva dei due corpi che si fondono e formano un’unica curva tendente verso l’infinito.
Onesti Chiara
La Pietà Rondanini
Questa versione della pieta di Cristo, rappresentata da Michelangelo, ci rivela in un istante tutto il significato della vita, come se potessimo ripercorrere tutto il suo commino, la sua storia.
Il segno che più mi colpisce è l’accasciarsi di Gesù, il suo lasciarsi sostenere da un abbraccio dolce e tenero della madre che cerca di riportarlo nel suo grembo come se fossero un’unica cosa.
Gesù, ormai morto, piega le ginocchia non per arrendersi, ma per rialzarsi verso l’alto, verso il cielo eterno; come se volesse spiccare un salto verso l’infinito.
Questa sua forza di volontà riesce a sostenere sua madre addolorata. Michelangelo, infatti, ci fa comprendere questa sua fragilità socchiudendo le palpebre della Madonna, che non riuscendo a sostenere questa immensa sofferenza, si curva verso il figlio. Si proteggono a vicenda, il dolore dell’uno e dell’altra, sono come fusi in un’unica cosa, un’unità infinita: niente può separarli, il loro amore è invincibile, sincero.
Si avvicina un nuovo inizio: vincere la morte, affrontare la vita, la nuova vita.
Rossi Giulia