“Dentro” Caravaggio
Gennaio, Palazzo Reale, mostra “Dentro Caravaggio”.
I ragazzi di seconda media si sono avvicendati nella visita a una delle mostre più partecipate degli ultimi anni, che ha presentato importanti opere del maestro del contrastato Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio.
Formatosi artisticamente nella bottega di Simone da Peterzano, apprende a dipingere la realtà così come la vede e a usare la luce in modo originale.
La luce che utilizza nei quadri è di tipo “teatrale”: Caravaggio fa risaltare il soggetto o la scena con la luce, oscurando il paesaggio. I suoi paesaggi sono rarissimi, uno dei pochi visibili alla mostra si può intravedere, in secondo piano, nel dipinto Il sacrificio di Isacco del 1603 in cui viene raffigurato un piccolo paese situato sulla collina. Osservando lo stesso quadro possiamo comprendere la sua tecnica: con la luce mette in risalto il volto dell’angelo deciso, il volto di Abramo turbato e il volto di Isacco spaventato. Caravaggio è un pittore rivoluzionario perché vuole rappresentare ciò che è vero, in questo quadro un figlio spaventato dal padre che vuole ucciderlo. Nessun artista a quell’epoca si sarebbe immaginato di dare quell’espressione a un personaggio biblico.
Il crudo realismo e la luce sono le caratteristiche innovative che lo faranno diventare un artista famoso e molto ricercato. Il suo lavoro si sviluppa intorno agli inizi del XVII secolo, in particolare con il Giubileo del 1600 a Roma quando nobili e cardinali gli commissionano molte opere, tra cui due quadri di grandi dimensioni da collocare in S. Luigi dei Francesi: la Vocazione di S.Matteo e il Martirio di San Matteo.
Per realizzarli Caravaggio ha a disposizione solo un anno e per rispettare i tempi di consegna inventa un nuovo metodo di pittura, detta “a risparmio”, consistente nel preparare la tela con una base bruna rossastra molto scura sulla quale poi dipinge solo le parti illuminate in vista.
Tra le opere in mostra, questa tecnica è evidente in un quadro del 1604, San Giovanni Battista, in cui la figura del santo con il mantello color porpora dalle delicate e realistiche pieghe, illuminati da una fonte luminosa proveniente da sinistra, emergono dall’oscurità lasciando che le parti in ombra si confondano con lo sfondo. Il ginocchio sinistro sembra che stia fluttuando poiché la parte in ombra è appena accennata, così le foglie sullo sfondo si vedono a malapena.
Il modo di dipingere di Caravaggio è stato un riferimento per altri pittori, al punto da essere definiti “caravaggeschi”, anche se nessuno riuscì ad eguagliarne la genialità.
Carlo Beccaria