Alla ricerca del tutto nel frammento
Il primo trimestre, concluso il 21 dicembre, sembra lontano, volato in un soffio, ma nel turbinio del lavoro di tre mesi un momento particolare rimane indelebile: l’open day del 10 novembre scorso.
Come ogni anno, puntuale, è stata l’occasione per gli studenti della scuola secondaria di primo grado per raccontare ai futuri studenti ed ai loro genitori l’esperienza vissuta al Sacro Cuore attraverso le diverse attività scolastiche. Oltre a questo intento comunicativo, l’Open Day per i ragazzi è sempre un’opportunità per chiedersi cosa davvero stiano guadagnando dal lavoro che viene loro proposto.
Questo evento è molto importante, è frutto di un lavoro lungo e faticoso ma ricco di soddisfazione e permette agli studenti di accorgersi dell’attenzione che questa scuola dà al particolare in ogni materia. Ed è proprio questo interesse verso il particolare che porta ragazzi e professori a comprendere sé stessi nel lavoro, nella quotidianità e a poterlo comunicare ad altri. Non a caso, quest’anno l’open day aveva questo titolo: “Il tutto nel frammento. Parole, numeri, segni per interrogare la complessità”
Nel lavoro di italiano questa attenzione verso il particolare per i ragazzi nasce dal desiderio di trarre dal testo qualcosa per loro stessi. Spesso si dimentica quanto anche una semplice congiunzione “e” in un testo può essere significativa e determinante per il senso del testo stesso, ed è proprio nel lavoro in classe, nel confronto con il professore ed i compagni che i ragazzi ne comprendono il valore. Questo accorgersi nasce soprattutto dall’incontro con grandi uomini quali Ungaretti, Michelangelo, Lussu, Leopardi che permette di trovare a ragazzi e professori la totalità in un frammento.
Ciò accade anche nella matematica, per esempio nell’intuire quanto un numero possa risolvere o distruggere un calcolo. La matematica e la scienza sono la dimostrazione del fatto che non solo nella scuola è fondamentale il particolare, ma in ogni aspetto della realtà è essenziale il frammento, come un semplice numero. Anche in queste materie è l’incontro con la grandezza di uomini, come Galileo Galilei o Isaac Newton, che permette la scoperta.
In arte e in tecnica il percorso di conoscenza nasce nell’incontro con le opere di grandi artisti come Michelangelo, ma anche attraverso l’incontro con il lavoro quotidiano e faticoso di uomini all’opera, come nelle cave di marmo di Carrara, o la delicatezza di gesti precisi e ripetuti dagli scultori nell’atelier di scultura sempre a Carrara. L’uomo è sempre stato curioso, creativo, fantasioso, ingegnoso ed è proprio nella cura del particolare di un disegno, di un dipinto, di un’opera, di uno strumento che esprime questa sua originalità.
I ragazzi di terza ad esempio nel lavoro di arte, nella ricerca e nel disegno di un particolare del David, hanno scoperto cosa attira, della scultura, la loro attenzione, e quindi cosa cercano in loro stessi, così che raccontarlo ad altri durante l’Open Day è stato il modo migliore per manifestarlo.
Per quanto mi riguarda, pensavo di conoscere i miei interessi, timori, paure, eppure nel lavoro che ci viene proposto riesco sempre a trarre qualcosa di nuovo su di me, e penso che sia questa cura verso il frammento il più grande pregio della nostra scuola. Questo accade proprio perché il desiderio più grande di ogni persona, seppur in modo diverso, è ricercare sé stessi in ciò che si vive, proprio come faceva Michelangelo scolpendo. Ed è proprio perché la scoperta è diversa per ogni studente che l’Open Day è sempre una novità.
Maria Malangone