Dalle vetrate del Duomo … al Cenacolo di Leonardo
Nel corso del triennio viene proposto ai ragazzi un percorso di visite in Milano per approfondire la conoscenza della città, allenando l’occhio e la ragione a cogliere i segni del passato, la loro bellezza e il loro significato. In prima media si inizia con la visita al Museo Archeologico e alla basilica di S. Ambrogio per andare alle origini della città e si prosegue, in seconda, con mete che segnano il passaggio dal Medioevo al Rinascimento.
La prima destinazione in seconda media ha riguardato due luoghi di Milano, espressione di un medioevo laborioso e vitale: Piazza Mercanti, cuore pulsante della città in epoca comunale, oggi discreta e appartata, e il Duomo, simbolo della fede e della storia di un popolo, oggi magnifico e grandioso.
Le zone medievali visibili di Milano sono poche poiché questa magnifica città nelle varie epoche della storia è stata sempre modificata e perfezionata dai suoi abitanti secondo le esigenze di ogni tempo, senza particolari rimpianti per il passato, salvo che per il Duomo, per cui è stato mantenuto inalterato lo stile gotico lungo tutti i secoli di costruzione.
Il secondo passaggio di questo itinerario ha portato i ragazzi alla scoperta dei capolavori di Milano rinascimentale. La prima tappa è stato il Castello Sforzesco che per secoli è stato il centro del potere militare della città e, nel periodo rinascimentale, residenza della casata degli Sforza a capo del ducato di Milano. Dopo la spiegazione sulla storia e l’architettura del castello, gli studenti hanno potuto ammirare all’interno di una delle sale La Pietà Rondanini opera incompiuta e struggente, ultimo capolavoro di Michelangelo Buonarroti.
La seconda tappa è stata la chiesa di Santa Maria delle Grazie con le navate in stile tardo gotico, più largo che alto rispetto allo slancio delle grandi cattedrali gotiche, e la grandiosa tribuna di Bramante costruita secondo il gusto rinascimentale per volere di Ludovico il Moro. Qui, dopo l’architettura, le classi con il supporto della dott.sa Silvia Valè hanno ammirato l’Ultima Cena di Leonardo da Vinci, opera rivoluzionaria in cui l’artista sceglie di rompere con la tradizione e dipingere un momento nuovo, non quello dell’Eucarestia, ma quello in cui Gesù pronuncia le parole “In verità vi dico uno di voi mi tradirà”. Queste parole rimbalzano sugli apostoli e scatenano una serie di reazioni emotive che il pittore descrive nelle espressioni dei volti degli apostoli, nei gesti delle mani e nei movimenti dei corpi. In questa occasione gli studenti hanno avuto il privilegio di osservare dieci disegni preparatori al capolavoro vinciano, raffiguranti sia studi della composizione d’insieme sia studi di dettagli: mani, piedi e gesti. Gli schizzi, attribuiti a Leonardo e provenienti dalla collezione della regina Elisabetta, sono stati esposti all’interno del Refettorio per commemorare i 500 anni dalla morte del grande genio.
L’ultimo passaggio di questo percorso è stata la ripresa in classe, nelle ore di Arte e Tecnologia, del lavoro svolto durante le visite con il riordino degli appunti personali e l’ausilio di documentazione digitale. Nelle lezioni di arte sono state poi riprese e proposte le tecniche artistiche osservate come il disegno su vetro o a graffito. In Tecnologia si è concluso con un lavoro di lettura della pianta della città attraverso l’osservazione e la sovrapposizione di alcune mappe storiche di Milano, al fine di cogliere le trasformazioni più evidenti nel corso dei secoli fino alla forma attuale.
“Queste uscite didattiche sono state particolarmente interessanti e ricche di spunti e mi hanno fatto scoprire la bellezza e la grandezza di Milano in epoca medievale e rinascimentale attraverso i suoi capolavori di architettura, scultura e pittura”. Alice Surico
“Con queste due uscite didattiche ho compreso meglio che valore e che storia ha tutto quello che mi circonda. Prima di queste due esperienze non valutavo così importante ciò che ho visitato perché lo consideravo un’abitudine, ma adesso ogni volta che ci ripenso e che lo rivedrò mi affascinerà sempre come fosse la prima volta”. Martina Marchiori
a cura di Alice Surico e Martina Marchiori