Questo grande conflitto ha portato devastazione, morte e rovina di moltissime città e persone. È stata conosciuta come una guerra di posizione e logoramento combattuta soprattutto nelle trincee in una lotta alla sopravvivenza. Lo abbiamo potuto comprendere ancora meglio dagli occhi dei soldati che vivevano in condizioni terribili in quelle trincee, che allo stesso tempo erano anche il luogo dove potevano riposare ed essere curati dalle ferite più gravi.
L’esperienza della trincea l’abbiamo conosciuta grazie ad alcuni racconti di guerra, ad esempio Remarque ci ha messo di fronte alla morte che un soldato ha incontrato attraverso un suo nemico, Lussu invece ci ha permesso di vedere l’umanità dei soldati che si scoprono simili pur appartenendo a schieramenti opposti. Lussu, nel testo tratto da “avevo di fronte un uomo” si accorge che i nemici non erano un obbiettivo ma uomini con i suoi stessi bisogni: bere un caffè la mattina, una sigaretta … Anche Ungaretti, poeta arruolato in prima linea durante la guerra, racconta nelle sue poesie la sua esperienza.
Dannazione è stata scritta al fronte. Il centro di questa poesia è una forte disperazione che però ha portato Ungaretti a desiderare qualcosa di infinito e immortale, Dio. È una poesia che a noi ha colpito molto perché in pochi versi l’autore è riuscito a racchiudere il suo forte desiderio di qualcosa di più grande. È impressionante che questa guerra abbia portato una tale afflizione, che persino il cielo stellato non sembra avere più un senso. L’ultimo verso però è una domanda, come un grido che è esploso proprio in mezzo a tutto quel dolore.
Giuditta De Carli & Alice Latosa