Parvana, la protagonista della storia, è una ragazza afghana. La sua città, Kabul, è stata invasa dai talebani e così lei e suo padre sono stati costretti a scappare. Il resto della sua famiglia era in Pakistan e dopo la morte del padre, per Parvana, inizia un’intrepida avventura alla ricerca del resto dei suoi familiari.
Durante il suo viaggio attraverso l’Afghanistan, Parvana incontra quelli che saranno i suoi compagni di cammino nella storia. I primi due incontri che fa sono quelli con Hassan e Asif, il primo è un bambino appena nato che Parvana decide di accudire e di dargli un nome, mentre il secondo è un ragazzo di 10 anni che è molto arrogante, ma lo è solo per nascondere la sua fragilità e sofferenza.
Parvana è una ragazza il cui coraggio è ammirevole e impressionante. Ammirevole perché era ammirata dai suoi compagni di viaggio in quanto si prendeva cura di loro, impressionante perché impressiona il lettore che prova ad immedesimarsi in lei.
Ad un certo punto si aggiunge alla compagnia anche una bambina di nome Leila. È proprio lei che li porta alla Verde Vallata di cui si parla nella citazione, un luogo in cui i bambini erano al sicuro e in cui la guerra non poteva entrare, almeno per quel momento. Parvana racconta della Verde Vallata in una lettera indirizzata alla sua amica Shauzia con la quale lavorava, vestita da maschio quando entrambe erano a Kabul.
Parvana scrive alla sua amica anche se sa che le lettere non le arriveranno mai, sia per non dimenticarla che per condividere ciò che prova nella sua avventura con qualcuno della sua età e che le ricorda di un momento felice della sua vita.
Per riprendere questa lettura abbiamo dovuto scrivere un’intervista immaginandoci di parlare direttamente con lei. E facendo questo lavoro ci siamo accorti di quante domande ci ha fatto sorgere la sua storia.
Ci siamo chiesti cosa fosse cambiato in lei nel viaggio, perché Asif fosse così arrogante e antipatico, quale fosse il ruolo di Parvana e infine cosa l’avesse sempre fatta ripartire. Parvana è cambiata molto, è più consapevole di quello che le potrebbe succedere e delle brutte cose che accadono sotto il potere dei talebani. Per esempio, un giorno Leila va su un campo minato per raggiungere del cibo, Parvana sa che non è vero che la terra la può proteggere come l’amica pensava. Il ruolo di Parvana, il suo compito, era quello di badare e proteggere i suoi compagni di viaggio che le erano stati dati sia come un dono, ma anche come una responsabilità. Non era scontato che Parvana fosse sempre contenta del suo compito, infatti, alcune volte non ci riusciva, come se quella responsabilità fosse troppo pesante per lei. Ciò che la faceva sempre ripartire era il bisogno che aveva in comune con i suoi amici, quello di essere amati da qualcuno e avere qualcuno da amare.
Caterina Chiesa, Tecla Lamperti, Diego Vaccariello