Quando ha capito di voler essere giornalista? È fiero di esserlo o, se potesse, cambierebbe strada?
Ho capito di voler essere giornalista quando ero piccolo: il desiderio è venuto proprio da mio padre, che è stato giornalista per molto tempo. Il mio sogno più grande è sempre stato di diventare un giornalista televisivo. Ho cominciato a fare il giornalista più di 43 anni fa, ormai è la mia vita; potevo decidere di seguire un altro percorso, ma questo è quello che ho scelto e ne sono felicissimo, se no me ne sarei già andato.
Qual è la differenza fondamentale tra un giornalista di riviste e un reporter di televisione?
La differenza sta nella prospettiva: un rivistaio deve trovare interviste, articoli, fotografie, ecc. deve scrivere un articolo che possa durare tutta la settimana, o almeno finché la rivista non esce, e per questo deve saper “prevedere” gli avvenimenti. Un altro aspetto importante è che un articolo di cronaca deve essere bello da leggere e immersivo, al dì là della notizia in sé.
Chi fa il reporter televisivo fa un tipo di giornalismo molto veloce nel passaggio tra fatto, rappresentazione dell’avvenimento e trasmissione al pubblico (notizie, immagini e voce). Se succedesse qualcosa domattina, la notizia sarebbe in TV già domani sera mentre per essere vista su un giornale si dovrebbe aspettare un po’. I tempi della televisione sono molto più stretti.
Come è cambiato questo mestiere nel tempo?
È cambiato tantissimo: per voi giovani è inconcepibile che un evento accada e che sia necessario aspettare giorni per leggere un articolo su di esso. Quando la televisione nacque l’obbiettivo era quello di mostrare le notizie la sera a quelli che avevano lavorato tutto il giorno; ora, invece, ognuno guarda le notizie che vuole lui quando vuole lui.
Qual è il primo passo che un giornalista deve fare di fronte a un fatto di cronaca che riguarda un evento drammatico?
Innanzitutto, un giornalista non deve arrivare completamente impreparato di fronte a questo avvenimento, ma deve avere una qualche conoscenza di quali sono i fatti, le tendenze, le dichiarazioni, i fenomeni storici che hanno preceduto l’avvenimento …
Deve conoscere il territorio, specialmente utile nel caso di eventi come quello del terremoto in Turchia. È anche necessario che verifichi le notizie e soprattutto aspetti di avere i dati necessari: non si può raccontare il fatto senza avere certezze, sparando notizie e dati a caso.
Che consigli ha per degli studenti che vogliono diventare giornalisti, sia che vogliono scrivere che dirigere un telegiornale?
Non esiste una scuola per diventare direttori di telegiornali, e neanche vere scuole per diventare giornalisti, ma soltanto dei corsi. Diventare davvero giornalista significa abbracciare una passione: per scrivere un articolo bisogna cercare di capire la realtà, essere curiosi e pensare di essere in grado di scriverlo.
a cura di Andrea Brindani