Orientamento: la strada per scoprirti

12/01/2024

Orientamento deriva da oriente, dal latino: oriens dal verbo orior, sorgere.

Alla fine della seconda media abbiamo iniziato il percorso orientativo partendo da una semplice domanda: “Cosa mi interessa davvero, cosa infiamma il mio cuore?”.

Durante la prima lezione che abbiamo dedicato a questo percorso eravamo tutti curiosi e osservavamo il quadernino che ci era stato richiesto di comprare con un misto di desiderio ed aspettative. Eravamo tutti uniti cercando di scoprire più di noi stessi, in noi ardeva il desiderio di porci davanti alla scelta inerente al futuro dei nostri studi. Per la prima volta, la possibilità di scegliere non poteva essere relegata ad altri o soppressa dentro di noi, era una domanda seria, a cui potevamo rispondere solo noi. L’orientamento non comprende solo la scelta della nostra scuola secondaria di secondo grado, ma l’orientamento proseguirà per tutta la nostra vita, alla scoperta di noi stessi in tutte le nostre sfaccettature. Da quel momento abbiamo iniziato a cogliere ogni momento, ogni lezione per osservarci e capire cosa ci infiamma. Tuttavia, abbiamo capito di non essere soli in questo percorso, siamo affiancati e sostenuti da familiari, amici e professori. In particolare, ognuno di noi ha scelto un prof di riferimento con cui poter dialogare sulle varie tematiche ed indecisioni orientative. 

Nella scrittura dell’articolo abbiamo deciso di inserire alcune interviste per farvi capire il pensiero e il percorso da diversi punti di vista.

Intervista a prof Alice Vicari

Come voi professori vedete il percorso orientativo di uno studente?

La scuola media, nella sua interezza, ha come scopo finale il percorso orientativo. La scuola secondaria di primo grado è un momento di passaggio, entri che sei inconsapevole e da un certo punto immaturo ed esci proiettato nel mondo degli adulti. Perciò, al contrario di ciò che si pensa, il percorso orientativo è il fulcro di questo cammino.

Come si fa, secondo voi, a capire qual è la propria strada?

La prima cosa da fare se si vuole capire qual è la propria strada è fare bene ciò che si deve fare, come per esempio i compiti. Perché solo se ci si pone davanti alle cose di tutti i giorni con sguardo maturo ed attento si potrà capire cosa ci infiamma. Avere la figura del tutor in questo percorso aiuta lo studente a far emergere dubbi che non pensava di avere e poter avere qualcuno a cui parlare di ciò.

Molti studenti guardano con timore la scelta perché hanno paura di sbagliare indirizzo, cosa ne pensa lei?

Nel percorso di orientamento gli studenti hanno paura di sbagliare ma facendo tutti i dovuti passi si ha più consapevolezza di quale sia il percorso giusto per noi. Nel caso si sbagli non bisogna vivere l’errore come un peso bensì come un’occasione per imparare perché non possiamo avere tutto sotto controllo.

Intervista a prof Veronica Sala 

Come voi professori vedete il percorso orientativo di uno studente?

Come già detto dalla prof Vicari, lo scopo delle medie è l’orientamento per cui noi professori dobbiamo essere attenti e mettere gli studenti in condizione di scegliere. Dobbiamo domandarci quanto sono diventate loro le cose che hanno ricevuto.

Come si fa, secondo voi, a capire qual è la propria strada?

Ovviamente, come in tutte le scelte di questo tipo c’è una componente di rischio, ma ognuno deve seguire i propri talenti e le proprie inclinazioni. Per scegliere bisogna porsi la domanda: “dove posso fiorire?”

Molti studenti guardano con timore la scelta perché hanno paura di sbagliare indirizzo, cosa ne pensa lei?

Se io sbaglio, ho la possibilità di scoprire di più me stesso, l’errore non deve essere preso come un dramma, ma come possibilità di scoperta.

Intervista a Sofia Felicori, studente di 3C

Cosa ti ha aiutato a scegliere?

Ciò che mi ha aiutato di più è stato il dialogo con il tutor e le gite, dove ho avuto modo di osservarmi.

Da che basi sei partita? Cosa ti ha aiutato a crearle?

Io non sono partita con delle basi ma le ho create guardando questi anni nel loro insieme e capendo le mie inclinazioni.

Sei sempre stata sicura delle tue idee?

Non sono mai stata troppo sicura, ma parlando con il tutor, guardando me stessa e le mie passioni ho trovato la mia strada.

Speriamo che con queste interviste possiate aver compreso cosa vuol dire per noi questo percorso che si è concluso formalmente con la consegna del consiglio orientativo, formulato dai docenti. Questo è un documento ufficiale in cui i professori esprimono il loro parere finale sulla nostra continuazione degli studi a partire dal percorso fatto in questi tre anni in cui hanno imparato a conoscerci e dal dialogo con i genitori e noi studenti.  

Insomma, l’orientamento non è un percorso che si è oramai concluso, ma continuerà per tutta la vita alla scoperta di noi stessi, e non solo delle superiori. 

Olivia Petrella & Alessandro Latosa

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