La cappella è una piccola chiesa eretta per volere di Enrico Scrovegni, un ricco banchiere patavino, che commissionò la decorazione dell’unico ambiente interno a Giotto, all’epoca già molto famoso. La tradizione vuole che Enrico avesse fatto realizzare la cappella a suffragio dell’anima del padre Reginaldo, che si era arricchito prestando denaro a usura, ma studi recenti sostengono invece che lo scopo fosse diffondere il culto della Vergine.
Tra il 1303 e il 1305 Giotto, supportato da una squadra di aiutanti e muratori, completò il ciclo di affreschi sull’intera superficie interna della Cappella rappresentando episodi della Vita di Maria e della Vita di Cristo tratti dal Nuovo Testamento e dai vangeli apocrifi che culminano nella rappresentazione della morte e resurrezione del Figlio di Dio nel Giudizio Universale. La superficie affrescata è di circa 700 mq, di cui circa 180 mq sono occupati dallo splendido cielo dipinto nella volta.
Questo ciclo di affreschi aveva anche la funzione, tipica delle opere pittoriche del Medioevo, di istruire, attraverso delle immagini, alla dottrina cristiana tutto il popolo, che per la maggior parte era analfabeta. Negli affreschi Giotto con la sua pittura non ha dipinto immagini statiche, ma ha saputo raccontare una storia in modo realistico raffigurando lo spazio con la prospettiva, e modulando il tono del colore, con la sua famosa “marca”, per rappresentare volti, le pieghe degli abiti, i dettagli degli sfondi e degli edifici.
All’interno della cappella i nostri professori ci hanno fatto anche osservare nella fascia inferiore delle pareti laterali il ciclo dei Vizi (stoltezza, incostanza, ira, ingiustizia, infedeltà, invidia e disperazione) e delle Virtù (prudenza, fortezza, temperanza, giustizia, fede, carità e speranza) posti esattamente uno di fronte all’altro per affermare la contrapposizione tra il bene e il male. Inoltre, ci hanno fatto riflettere sull’aspetto degli uomini che le raffigurano, nelle espressioni dei loro volti, nelle posizioni del loro corpo e il loro aspetto fisico e quello che provano veramente dentro di loro.
Durante la visita siamo stati particolarmente colpiti nei riquadri dedicati alla Vita di Gesù, da quello che raffigura la Lavanda dei Piedi; Gesù, lavando i piedi agli apostoli, ci comunica che non è il Messia atteso dagli Ebrei, cioè un Dio forte ed Onnipotente che sottomette i propri fedeli, ma colui che li serve, e dal Giudizio Universale, nel quale abbiamo notato che Gesù e i Discepoli sono disposti in mezzo e sono pronti ad accogliere tutti i degni, tra cui alcuni uomini che escono dai loro sepolcri, che sono i puri morti prima della Morte e Resurrezione di Cristo, nella Gerusalemme Celeste, e che Lucifero, che è situato in basso a destra, è pronto a divorare senza pietà tutti i peccatori e i dannati, tra cui un papa di cui non si sa il nome.
L’opera è un capolavoro che testimonia la profonda rivoluzione che Giotto portò nell’arte. Dal 2021 con i cicli pittorici del Trecento di Padova costituisce il sito Padova Urbs Picta Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO.
Giorgio Clerici & Michele Di Roma