Il libro ha come protagonista una banda di ragazzi che devono lottare per difendere il loro campo dove abitualmente vanno a giocare. Ad un certo punto, misteriosamente la loro bandierina viene rubata dalle Camicie Rosse, gruppo di loro avversari, quest’ultimi hanno come base l’orto botanico al centro della città. Per recuperare la loro bandiera vengono scelti, il loro capo Giovanni Boka, il biondino Ernesto Nemecsek e il barcaiolo Csònakos. Durante la loro visita all’orto, Boka scorge tra le fronde degli alberi una figura misteriosa che si aggira nell’ombra, egli pensa ad un membro del campo degli alleati, un presunto traditore, perché viene accompagnato da due Pasztòr: Camicie Rosse. Tornati al campo, Nemecsek e gli altri raccontano l’accaduto e del possibile traditore. Il traditore Gerèb viene smascherato da Boka e dagli altri. In un bel giorno primaverile inizia la guerra per dichiarare i proprietari del campo. In questa battaglia i ragazzi della via Pàl hanno la meglio, anche se la loro vittoria costa drammaticamente la morte di uno dei loro compagni: Nemecsek. Terminata la guerra (egli ne ha partecipato per un breve tempo) il ragazzo viene condotto dai suoi compagni a casa sua, egli contrae una brutta polmonite e muore circondato tra le braccia della madre, dal padre e circondato dai suoi amici.
Vi consiglio il libro se siete amanti di avventura e di vicende di ragazzi adolescenti. In questo libro è presente una notevole quantità di colpi di scena che possono suscitare nel lettore grande stupore. Le avventure di ragazzi che crescono, secondo me, se lette, possono piacere molto. Il libro, che ha come protagonista una banda di ragazzi molto legati tra loro, credo possa insegnare molto riguardo l’amicizia.
“E nel profondo, cupo silenzio che seguì a queste parole, s’udì il sarto, che fino allora era seduto, muto immobile sul suo sgabello, con la testa china sul braccio piegato, prorompere in pianto. Era un pianto silenzioso, appena udibile, come è il pianto delle persone adulte.” Questa è una citazione del romanzo che mi ha colpito e che considero profonda, perché inizialmente il padre che, fino a quel momento era sempre rimasto seduto sullo sgabello immobile, soffre tantissimo per il figlio morente, così tanto che nemmeno si cura del suo lavoro e che nemmeno fa in modo di trattenere le lacrime: questo dice che il padre ama tantissimo il figlio Nemecseck, lo considera come la persona che ha più cara di tutte.
Nicola Mazza
Prima edizione I ragazzi della via Pàl