Un primo fatto che ha cambiato per sempre la mentalità degli uomini del tempo è la caduta di Costantinopoli nel 1453 nelle mani dei Turchi che chiusero la Via della Seta, l’unica strada per cui avvenivano i commerci dell’Europa con l’Oriente. Così gli europei sentirono la necessità di cercare un’altra via per raggiungere l’Oriente. La caduta dell’impero bizantino fece molto scalpore perché nonostante fosse poco esteso in questo momento storico, aveva comunque una posizione strategica e garantiva i commerci con l’Oriente che erano essenziali per la ricchezza dell’Europa.
Così iniziò l’epoca delle grandi scoperte, detta anche rivoluzione geografica. La necessità si unì ad un desiderio di conoscenza caratteristico dell’uomo del Rinascimento, così finalmente, dopo tanti tentativi, il marinaio Vasco De Gama circumnavigò l’Africa e arrivò a Calicut, in India. Quindi, l’impresa di ricerca di una via verso l’Oriente poteva considerarsi conclusa. Ma un navigatore molto esperto di origini italiane, Cristoforo Colombo, credeva ci fosse un’altra strada per arrivare alle Indie: buscar el levante por el ponente, cioè arrivare a est passando per l’ovest. A sostegno di questo progetto, il cartografo Toscanelli disegnò una mappa cartografica appositamente per Colombo e programmò l’arrivo nelle Indie in 30 giorni. Il marinaio genovese fu estremamente scrupoloso nelle sue ricerche tanto che aveva studiato i libri di Marco Polo, uno dei pochi uomini ad essere arrivato fino in Cina.
Restava solo un problema: chi avrebbe finanziato l’impresa? Colombo propose il suo progetto al re del Portogallo, ma non ottenne nulla. I reali di Spagna, Isabella di Castiglia e Ferdinando di Aragona, chiamati “i re cattolici” furono gli unici ad abbracciare le sue idee grazie all’insistenza di Colombo che nonostante il primo momento di rifiuto riuscì a convincerli. Vari furono i motivi per cui accettarono: innanzitutto Cristoforo Colombo avrebbe potuto portare grandi ricchezze per la loro terra, inoltre una volta arrivato in Oriente avrebbe potuto diffondere il cattolicesimo, e da ultimo avrebbero potuto imporre il dominio spagnolo sui mari a discapito dei loro rivali francesi e inglesi.
Così, Cristoforo Colombo partì il 2 agosto 1492 da Palos con 3 caravelle, Niña, Pinta e Santa Maria. Su quest’ultima avrebbe viaggiato lui. Dopo una breve sosta alle Canarie per rifornirsi di viveri, partirono ufficialmente. Il viaggio non ebbe imprevisti, ma fu molto più lungo di quanto aveva predetto Toscanelli. Proprio quando l’equipaggio stava per organizzare una ribellione, riuscirono finalmente a toccare terra nel lontano 12 ottobre dello stesso anno. Avevano raggiunto le isole delle Bahamas pensando di aver toccato terra in Asia: a loro insaputa avevano scoperto un nuovo continente. Colombo e i suoi compagni fecero dell’esplorazioni sull’isola in cui erano approdati e gli storici ipotizzano che il genovese sospettasse che non fosse l’America, ma non lo disse ai suoi marinai. Questi sospetti probabilmente nacquero perché la flora, la fauna e gli abitanti del luogo erano molto diversi rispetto alle descrizioni di Marco Polo. Cristoforo Colombo decise di soprannominare questo luogo come San Salvador, perché li aveva salvati dalla morte certa.
Tornato in Spagna, i re cattolici nominarono Colombo sovraintendente delle nuove terre scoperte ma egli non ne fu particolarmente interessato perché il suo principale obbiettivo restava trovare l’Asia continentale, per questo proseguì le sue ricerche inoltrandosi nella foce del fiume Orinoco, nell’attuale Venezuela.
Fu Amerigo Vespucci che nel 1501 capì che le nuove terre scoperte ad occidente dell’Oceano Atlantico erano parte di un nuovo continente che lui chiamò Nuovo Mondo e che in suo onore fu chiamato America. Tra il 1519 e il 1522 Ferdinando Magellano, portoghese al servizio degli spagnoli, riuscì a compiere l’impresa che Cristoforo aveva avviato approdando in Asia nell’arcipelago delle Filippine. Purtroppo, quando arrivò nelle Filippine morì ucciso dagli indigeni e il suo vice Antonio Pigafetta prese il comando portando a termine la spedizione, grazie a lui conosciamo la storia di questa scoperta.
Mi ha colpito il fatto che Colombo, nonostante avesse già trovato una terra che considerava “Asia” volesse spingersi oltre, è voluto tornare quattro volte nelle terre scoperte, e questo dimostra come gli uomini nel corso della storia siano sempre spinti dal desiderio di conoscenza e di apertura al mondo. La rivoluzione geografica, quel periodo storico che è stato addirittura l’inizio dell’età moderna, è avvenuta grazie all’intraprendenza, al coraggio, all’insistenza di molti uomini che hanno rischiato tutto per seguire questo desiderio. I loro viaggi sono stati fondamentali per cambiare la percezione dell’uomo occidentale sul mondo.