Un senso attraverso l’incompiuto
L’amore e l’unione: questo rappresenta la Pietà Rondanini, l’ultima opera di Michelangelo. Amore infinito, che è unità profonda dei corpi e dello spirito tra Gesù e Sua madre.
Grazie al fatto che Michelangelo non abbia portato a termine la sua opera, oggi non ne abbiamo un’unica interpretazione. C’è un mistero. Come si può notare, se la si guarda da davanti, sembra sia la Madonna a reggere il corpo di Gesù, che sta scendendo verso gli inferi. Invece, se la si guarda da un lato, sembra che sia proprio Gesù morto a sorreggere la Madonna, che si appoggia a lui. C’è un paradosso tra la vista frontale e la vista laterale: in questo paradosso si trova l’unità profonda tra Gesù e la Madonna, che rappresenta, forse, tutta l’umanità.
Si intrecciano in questi due corpi la storia umana e la storia divina: dal punto di vista umano Maria sostiene Gesù ormai morto e una spada le trafigge l’anima, Ma dal punto di vista divino, Gesù morto ci sostiene, come sostiene Maria, perché il Suo Amore è l’unico che può salvarci dalla morte dell’anima. Sulla spalla di Gesù si può notare la mano di Maria: un tutt’uno con il corpo di Gesù. Ciò sottolinea ancora di più l’unione tra Maria e Gesù.
Possiamo notare anche il pentimento di Michelangelo: il braccio che non è attaccato a nessuna delle due figure. Egli aveva deciso di mettere il braccio di Gesù in quella zona, poi cambiò idea, ma decise di lasciare il segno del suo pentimento. Questa statua, pur non essendo conclusa, ha un significato profondo.
Michelangelo ci vuole trasmettere che nella morte di Gesù c’è tutta la salvezza e la rinascita del mondo. “Nel seme che muore c’è il seme che nasce”.
Elisabetta Di Chio