Coristi alla Tosca
La partecipazione all’attività del coro della scuola media permette esperienze indimenticabili, come quella vissuta lo scorso marzo presso il teatro San Giuseppe di Brugherio: io e altri dieci studenti, invitati dal professor Ardigò, ci siamo ritrovati coristi nell’opera lirica La Tosca, un’opera di Puccini, che tratta di una storia d’amore finita in tragedia.
L’opera è ambientata a Roma nel 1800 dopo il fallimento della Repubblica Romana, quando lo Stato pontificio sta catturando i rappresentanti e i sostenitori della Repubblica. Le vite di Mario Caravadossi e della sua amante Tosca si incrociano con quella di Cesare Angelotti, patriota fuggito dalle carceri del Papa. Sulle tracce del fuggiasco c’è il capo della polizia pontificia, il barone Scarpia che, innamorato di Tosca, cercha di approfittare della situazione per farla sua per sempre. La storia finisce decisamente male: praticamente muoiono tutti! Angelotti il fuggiasco suicida, il barone accoltellato da Tosca, Mario Caravadossi fucilato ed infine Tosca che, disperata per la morte dell’amato, si toglie la vita gettandosi nel Tevere.
Oltre ai bravissimi cantanti mi ha colpito molto la musica di Puccini e l’orchestra, i cui protagonisti sembravano essere soprattutto i fiati. La musica passava dall’essere dolce, quasi leziosa, fino ad arrivare alla drammaticità potente dell’aria finale cantata dal protagonista maschile.
Sentire dal vivo Floria Tosca intonare: “Vissi d’arte vissi d’amore”, ci ha fatto venire la pelle d’oca e ha lasciato tutti senza parole mentre quando Mario Caravadossi ha cantato “E lucevan le stelle”, con le sue strofe tristi e strazianti ha fatto commuovere tutti fin quasi alle lacrime.
È stata un’esperienza meravigliosa perché abbiamo compreso cosa c’è dietro l’allestimento di un’opera. La nostra partecipazione come coristi ci ha consentito di vivere l’esibizione direttamente dal suo interno, abbiamo scoperto la bellezza di poter assistere allo spettacolo da dietro le quinte, abbiamo conosciuto la paura, l’agitazione che fa martellare il cuore prima dell’inizio, il bagliore accecante delle luci, l’emozione di vedere il sipario che si alza… e poi trovarsi là su quel palco pieno di luce a cantare e a ballare insieme a professionisti di fronte a un pubblico fatto d’ombre irriconoscibili.
Al termine della nostra breve scena ci siamo trovati dietro le quinte, ad osservare l’opera da un piccolo spazio tra un allestimento e l’altro, fermi lì, immobili, tutti fissi a guardare lo splendore che ci veniva proposto da un’angolazione unica e solo nostra.
Allegra Calligaris