IL MART: l’arte in evoluzione

Il Mart di Rovereto, uno dei più importanti musei di arte moderna e contemporanea d’Italia, è stato meta per le classi terze della scuola secondaria durante la convivenza di inizio anno. In questo museo abbiamo potuto notare come il Futurismo, movimento artistico, culturale e letterario nato agli inizi del ‘900 in Italia, si rispecchi nelle opere viste e analizzate insieme ai professori.

Non abbiamo osservato solo quadri futuristi, ma, guardando con attenzione i capolavori del dopo-guerra, ci siamo accorti che anche l’arte, con il passare delle epoche storiche differenti, ha avuto la necessità di un nuovo inizio. Se le parole chiave del Futurismo erano velocità, dinamismo, macchine, rumore e distruzione; quelle del “ritorno all’ordine” (così venne chiamato il periodo artistico finita la Prima Guerra Mondiale) furono ricostruzione e stabilità.

L’opera che mi ha colpito di più, tra quelle analizzate al museo, è stata “Dinamismo delle colline di Adrianopoli – 1914”, quadro composto da Filippo Tommaso Marinetti, Giacomo Balla e Francesco Cangiullo (tre artisti futuristi).

In questo quadro futurista i colori e i segni sono confusi e scuri e sembra che il dipinto non sia ben curato. Infatti il fulcro dell’opera è rappresentato dalla scritta “ZANG TUMB TUMB”. Questa frase, composta solamente da suoni e rumori, rappresenta la guerra, come esaltazione della velocità, del rumore e del dinamismo delle macchine.

Con questa visita ci siamo resi conto del fatto che ci sia un collegamento tra storia, arte e cultura; abbiamo meglio compreso cosa significa che il periodo del Futurismo abbia rivoluzionato il modo di osservare, capire e fare arte.

Tommaso Porcari

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