Appena arrivati all’aeroporto militare di Melsbroek, a Bruxelles una famiglia afgana intravede uno squarcio di paradiso, una maestosa veduta del giardino dell’Eden. Nativi di un paese intriso di guerre e di sangue, di lotta e di crudeltà, ritrovano la speranza appena salgono sull’aereo belga che li condurrà in Europa. Non importa ciò che potrà accadere dopo: portano solo lo stretto necessario per la nuova vita. E finalmente, dopo un lungo viaggio arrivano in quella remota città di Melsbroek. La bambina salta di gioia speranzosa della sua nuova vita. È proprio da qui che siamo partiti in classe. Dall’attualità che ha sconvolto gli ultimi caldi giorni di agosto. Giorni malinconici per alcuni, si dice addio alle vacanze per ricominicare la scuola, il lavoro. Ma per altri, cittadini afgani, sono giorni di terrore e di caos.
Voi, da casa, che vedete quest’immagine. Voi. Che cosa vedete?
Io vedo solo una bambina vestita di giallo. Salta. Forse di gioia. Forse per correre in braccio alla mamma. Corre per una strada, per un parcheggio, solo lei lo sa. In classe ci abbiamo pensato e ripensato. Come tanti investigatori lavorano su un caso complesso, come Sherlock investiga alla ricerca della verità, anche noi delle classi terze osservavamo e cercavamo indizi su ciò che è rappresentato nella foto.
E ora, invece, cosa vedete?
Sempre la bambina che salta dietro a una donna, forse sua madre, forse no. Porta un velo, si direbbe quindi musulmana. Ha un’aria preoccupata, sconvolta che si distingue dalla faccia gioiosa della bambina. Veste di nero. E di blu. Colori cupi. Possiamo osservare che camminano per una pista di un aereoporto, con le righe blu tratteggiate. Allora abbiamo iniziato poco a poco a capire. Sono una mamma e una bambina, scappate dall’Afghanistan, appena arrivate sulla polverosa pista di Melsbroek, Brukelles.
Ed eccola che scende, la bambina, da quell’enorme aereo. E vede la sua nuova casa dalla pista dell’aereoporto militare di Melsbroek. Si anima di vita, e salta piena di gioia.
Questa bambina in giallo è stata l’inizio della terza media
Un inizio che per noi alunni è come una rinascita da due anni di didattica a distanza. Ci ha dato uno slancio in più per cominciare a vivere una nuova avventura, insieme allo slogan: “keep your eyes open, the secret will let out”. Mi ha colpito perché l’invito a tenere gli occhi aperti e a osservare ciò che succede intorno a noi e nel mondo, diventa qualcosa di essenziale per crescere e per cominciare a capire che il segreto verrà fuori.