Oltre la storia dei potenti, la storia di un popolo.

15/11/2021
Le terze medie incontrano Mario Mauro
Venerdì 15 ottobre noi studenti di terza abbiamo potuto partecipare ad un incontro con l’ex ministro della Difesa, Mario Mauro.

Gli abbiamo chiesto di aiutarci a capire la storia dell’Afghanistan per poter fare luce su ciò che sta accadendo oggi. Per rispondere ci ha provocato a riflettere su quale sia “l’oro” di questo paese, in quanto è un territorio povero e montuoso. Il motivo per cui interessa a molte potenze è la sua posizione strategica, infatti è un punto di incrocio tra Occidente e Oriente.

Il Grande Gioco

Quello che lui ha definito “il Grande Gioco” è in atto dal 1893 quando gli inglesi dichiararono la prima guerra anglo-afgana. Questa guerra è solo l’inizio di altre che metteranno alla prova l’Afghanistan in seguito ad alcune invasioni come quella sovietica del 1989.

Mario Mauro però ha subito messo in chiaro che quella che conosciamo attraverso i media e i libri è la storia dei potenti, ma al contempo c’è la storia di un popolo continuamente segnato dalle guerre e privato della libertà. 

Il regime dei talebani

Il regime dei talebani, oggi come vent’anni fa, impone alcune leggi, che non si possono trasgredire. Seminando paura e terrore, questo governo vieta alle ragazze di frequentare la scuola, di esprimersi attraverso lo sport o la musica. La vita del popolo afgano sembra perdere valore soprattutto perché chi non segue l’ideologia dei terroristi è destinato alla morte o alla tortura.  

La nostra domanda

La nostra domanda si è quindi approfondita, infatti di fronte a questa situazione così complessa e dolorosa abbiamo chiesto al nostro relatore se conosceva storie particolari per guardare a quello che sta accadendo con una speranza. Mario Mauro ci ha raccontato di alcuni incontri che lui personalmente ha fatto con soldati italiani in missione che si sono sacrificati per il bene di questo popolo: Monica Contraffatto, Giuseppe Larosa, sono solo alcuni degli uomini e donne che hanno amato profondamente l’Afghanistan. Ci ha anche esortato a guardare alle richieste di aiuto che arrivano attraverso i social, che spesso sono un modo con cui il popolo afgano tenta di gridare al mondo non solo ciò che di terribile sta accadendo, ma anche il loro attaccamento alla vita.

La speranza oggi per gli afgani sta nell’esperienza di chi decide di affermare la propria libertà suonando, studiando, attraverso tutte le forme possibili di ribellione a un regime del terrore che non li rappresenta.

Nell’incontrare la storia particolare di questo paese siamo stati personalmente provocati a porci questa domanda, che ci accompagnerà nel corso di tutto l’anno: che cos’è la libertà? 

Vittoria Vincenzi

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