Un fotografo instancabile salvato dalla bellezza
Sebastião Salgado è un fotografo brasiliano nato nel 1944 che ha scattato molte foto raccolte in “Amazonas Images”. In queste foto ritraeva panorami e natura, ma soprattutto le popolazioni indigene con cui ha convissuto. Ignorando le sue diversità, queste popolazioni lo hanno accolto e non si è mai sentito escluso sebbene, per preservare queste popolazioni, non potesse mangiare il loro cibo e dormire nelle loro capanne. Prima di questo servizio fotografico durato 7 anni, ne aveva fatto un altro sull’Africa dove aveva documentato gli orrori della guerra: è stato profondamente impressionato da quello che ha visto e aveva deciso che non avrebbe più foto ma, per fortuna, si è ricreduto. Dopo il suo viaggio in Africa, è ritornato in Brasile, la sua terra natia, per ritirarsi; alla fine però non ha potuto resistere alla bellezza di quella magnifica foresta e si è organizzato per realizzare un vero e proprio “viaggio fotografico”.
Grazie a queste foto si osservano i panorami mozzafiato della foresta Amazzonica e la sua biodiversità: piante e animali diversi oltre ogni immaginazione. Dopo aver ammirato con cura tutto ciò, ha detto questa frase che mi ha impressionato molto (tradotto e parafrasato): “Non bisogna solo parlare del momento difficile in cui è l’Amazzonia e in generale di tutto il mondo per la sua utilità, ma bisogna denunciare la sua bellezza”. Con questa frase Salgado si riferisce alla situazione di incendi che stanno martoriando la foresta Amazzonica: a poco a poco la foresta si sta riducendo inesorabilmente e il fotografo non vuole che essa venga salvata solo perché produce ossigeno, ma perché è di una bellezza unica.
…derivano grandi organizzazioni
Per fare questo servizio gli è servita un’organizzazione inimmaginabile: macchine, aerei militari, barche… e ogni spedizione aveva bisogno di 14/15 membri tra traduttori, piloti, guide e fotografi di aiuto. Personalmente potrei dire che ne è valsa la pena! Decine di foto magnifiche in bianco e nero che fanno veramente concorrenza a quelle a colori dei nostri tempi.
Salgado ci offre quindi un cambio di prospettiva: non si preserva l’ambiente ricordando quanto l’uomo lo rovini, ma ricordando all’uomo la bellezza del creato.