Sant’Antonio
Durante la nostra uscita abbiamo visitato la basilica di Sant’Antonio, comunemente chiamata basilica del Santo. Sant’Antonio è originario del Portogallo ed ha intrapreso la sua santissima strada ispirato da alcuni frati francescani. Questo santo si è distinto durante la sua vita per la sua capacità di esporsi e comunicare; infatti, nella basilica a lui intitolata si sono miracolosamente conservate le reliquie del suo apparato vocale e la sua lingua.
Entrando ci siamo accorti che questa chiesa essendo così importante per i padovani è addirittura più curata e più bella del duomo di Padova. Nella parte laterale della chiesa si trova la tomba di Sant’Antonio, luogo in cui i pellegrini si recano per esprimere la loro gratitudine o una richiesta al Santo. Tutto intorno è decorato con immensa precisione e rende tutto imponente e magnifico.
Dopo aver visto la tomba di Sant’Antonio ci siamo soffermati sulla cappella dei tesori, stanza in cui sono conservati, come abbiamo detto in precedenza, tutti i resti relativi alla vita del santo che si sono conservati nel tempo: la tunica di sant’Antonio, un panno in cui era stato avvolto il suo corpo alla morte e un bicchiere che simboleggia un suo importantissimo miracolo.
È stato molto interessante conoscere la vita del santo che tutti i padovani seguono con devozione.
Orto botanico
Tra i molti luoghi appassionanti che abbiamo visitato a Padova, di certo c’è l’orto botanico: un edificio di forma trapezoidale circondato da delle mura costruite appositamente per evitare furti specialmente dai ladroni che tentavano di rubare piante pregiate.
Una delle piante che ci ha suscitato maggior interesse è stata l’albero di Platanus Orientalis che è piantato lì dal 1680. Questo albero ha un grande buco all’interno e gli studiosi hanno capito che questo è avvenuto perché il tronco ha subito un colpo da un fulmine. Ma come si può ben notare l’albero è ancora in vita, questo perché una parte dei canali di trasporto non è stata distrutta e grazie a questo la pianta si procura nutrimento.
Ci ha colpito anche in particolare una zona chiamata la serra arida: un luogo dove sono state riportate alcune piante rare da trovare, per farle studiare dagli studenti dell’università. Nella serra abitano tutte quelle specie di piante che in genere vivono nelle zone aride e secche, come i cactus.
In particolare, abbiamo osservato un cactus che non stava dritto e in piedi come tutti gli altri ma era piegato, sembrava debole e per la troppa siccità non riusciva a prelevare acqua e sali minerali dal terreno; quindi, non aveva nutrimento e di conseguenza nemmeno le forze di stare in piedi.
Questa visita è stata molto interessante, soprattutto perché abbiamo potuto osservare la vita di alcune piante che non avevamo mai visto; infatti, sono rare da trovare e per questo vengono poste nei parchi naturali oppure negli orti botanici. Ovviamente vengono curate e situate in posti pari al loro habitat specifico per vivere. Ci siamo incuriositi nel vederle e appassionati nel conoscerle e studiarle.
Cappella degli Scrovegni
La Cappella degli Scrovegni è una bellezza unica al mondo.
Essa è stata affrescata dal famosissimo pittore Giotto che ha utilizzato i pigmenti in polvere. Giotto aveva dei collaboratori che lo aiutavano a dipingere, ma riservava per sé le espressioni facciali che infatti in tutti i riquadri sono molto significative.
Nella cappella si entra a gruppetti di diciassette persone per massimo 15 minuti. In questo poco tempo bisogna stare molto attenti ai minimi particolari molto simbolici rappresentati da Giotto. Appena si entra si può ammirare il Giudizio Universale che rappresenta il Paradiso e l’Inferno. La cappella è circondata dalle storie di Gesù, dei suoi nonni Gioacchino e Anna, di Maria, di Giovanni Battista e i profeti. Sotto queste storie sono rappresentate le virtù e i vizi. Di fronte al Giudizio Universale troviamo un altare e altri affreschi purtroppo poco visibili perché rovinati. Il soffitto è stupendo: è un cielo stellato colore blu lapislazzulo, un colore molto pregiato e costoso.
Questa cappella venne restaurata molte volte e per facilitare la conservazione degli affreschi sono state installate delle luci artificiali in modo tale che la luce solare non rovini i dipinti. Sono stati diversi i particolari che ci hanno colpito, a qualcuno è rimasto in mente l’episodio dell’Ultima Cena, a qualcuno la Resurrezione, a qualcun’altro il tradimento di Giuda. Ma tutti siamo rimasti conquistati dai particolari dei volti e delle espressioni facciali, perché sono coinvolgenti e aiutano colui che le osserva a interpretare le loro emozioni.
Secondo noi vale proprio la pena visitare questa cappella, bisogna essere abili osservatori e bisogna anche sapersi immedesimare nelle situazioni rappresentate da Giotto.
Le nostre osservazioni
La gita a Padova è stata un’occasione per conoscere meglio i compagni e i professori e stare insieme di fronte a qualcosa di bello. Abbiamo approfondito lo studio della storia vivendo in prima persona l’esperienza della città medievale attraverso la passeggiata nelle piazze, lo studio della scienza guardando le piante dell’orto botanico e lo studio dell’arte visitando la Cappella degli Scrovegni. Partire insieme con la propria classe, fare un viaggio e raggiungere una meta e un ambiente diversi da quelli di sempre, ha permesso che questi giorni arricchissero di scoperte ognuno di noi.
Giulia Bernaus
Niccolò Bisi
Sofia Chiesa
Margherita Mosca
Olivia Petrella