Social network: è possibile un uso responsabile?

11/03/2024
Negli ultimi decenni un nuovo mezzo di comunicazione si è infilato nella quotidianità di molte persone di ogni età, dai più giovani ai più anziani: i social-network.

Oramai essi fanno parte della nostra vita di tutti i giorni, e anche chi non ne utilizza direttamente uno viene facilmente a contatto con essi, e per questo vanno conosciuti. Infatti, dietro le opportunità che essi ci offrono, si nascondono insidie e pericoli che però, con alcuni consigli, possiamo arginare. È stato questo il tema dell’incontro tenutosi alla fine di gennaio tra noi studenti delle classi terze e l’avvocato penalista Emanuele De Paola.

Sui social un argomento molto discusso è la libertà di parola e pensiero, e, durante l’incontro, abbiamo cercato di chiarire proprio questo punto a partire dall’articolo 21 della Costituzione Italiana in cui si dichiara che “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.”  La manifestazione del nostro pensiero è libera fino a quando non viola altre leggi o offende qualcun altro, in tal caso può subire delle restrizioni e ciò, ovviamente, si ripercuote anche sui social.  In caso di offesa si parla di diffamazione e quella sui social è frequente in quanto post che insultano o criticano pesantemente altri utenti sono sempre più frequenti.

Dalla diffamazione è un attimo passare al cyberbullismo. Il bullismo sono offese continue che però accadono in presenza mentre il cyberbullismo avviene di fronte “alla tastiera”, spesso nell’anonimato, con conseguenze maggiori rispetto al bullismo. Questo perché l’atto d’offesa è pubblico e può essere visto da molte più persone e molti più soggetti possono ingigantire e portare avanti l’insulto e la diffamazione con conseguenze gravissime. Sono perfino accaduti casi di suicidio dovuti a questo fenomeno. Per questo è assolutamente consigliabile il profilo privato in modo da tutelare la propria privacy e se si è vittime di offese bisogna subito parlarne con un adulto di fiducia, genitore o professore e bloccare il profilo di chi insulta.

Queste sono le regole fondamentali raccomandate della Polizia Postale per un uso responsabile e corretto dei social network.

1) Sui social rimane traccia di tutto, anche dei post cancellati.

2) Proteggere la propria privacy, occhio a postare troppe informazioni.

3) Proteggi i tuoi dati con ad esempio una VPN.

4) Rispetta gli altri account in rete.

5) Usa password sicure e non diffonderle.

6) Dai il tuo contatto solo a chi conosci, attenzione soprattutto agli estranei.

7) Attenzione al phishing sul web perché potresti essere vittima di truffe.

8) Tieni segreti i dati soprattutto quelli più sensibili.

9) Attenzione agli incontri con chi conosciuto in rete: è meglio evitarli, ma se proprio necessari bisogna essere accompagnati da maggiorenni.

10) Parla di eventuali problemi legati ai social con adulti di fiducia.

Durante l’incontro ci è stato spiegato che secondo la legge italiana, per scaricare un social-network bisognerebbe avere minimo 14 anni e i tutori di chi non rispetta l’età minima potrebbero essere tassati tramite multe salate. Nonostante il divieto della legge molti ragazzi di terza media hanno un profilo social. 

Cosa ci può aiutare a limitare i rischi?

Mantenere un profilo privato e permetterne la visione solo a pochi amici e soprattutto ai genitori, non pubblicare foto con posizioni in tempo reale, evitare di divulgare le informazioni sensibili e possibilmente pericolose. Detto ciò, l’uso dei social è consigliato ad una età più matura della nostra, adesso siamo magari troppo impulsivi o imprudenti di fronte a tanti che abusano dei social.

Dopo questo incontro ci sentiamo più attenti nell’uso di queste applicazioni e da ragazzi che ne possiedono unicamente uno ci chiediamo se ha veramente senso avere social alla nostra età. Possono essere sia un passatempo che un lavoro ma veramente perché li usiamo? Con queste domande siamo arrivati alla conclusione che i social non sono una rovina se usati bene rispettandoci perché sono uno strumento di connessione; dobbiamo però ricordarci che non sono la vita reale e oltre al virtuale c’è la realtà che è quella che ci fa veramente affrontare la vita, quindi crescere e maturare. 

Olivia Petrella

Alessandro Latosa

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