Che cosa è la Promessa?
Il gesto della Promessa è un momento importante nella vita di un Cavaliere: durante la Santa Messa ci si affida alla protezione di un Santo e si promette di essere fedele a Gesù e di farsi portavoce della sua grandezza nel mondo.
Il viaggio e i giochi
Sabato 2 marzo accompagnati dai nostri prof e da un numero di studenti volontari dei licei, siamo partiti da Milano in pullman alla volta di Marina di Massa.
Durante il pomeriggio, divisi a gruppetti, abbiamo fatto dei giochi che erano incentrati sulla vita di San Pietro, tra i quali la pesca miracolosa, la ricerca della lettera, il tiro della biglia sulla sabbia, il gioco dello scalpo e palla prigioniera. A nostro avviso i giochi più belli sono stati quello della pesca miracolosa, dove era necessario lavorare insieme come squadra e il gioco dello scalpo, in cui si doveva giocare di strategia.
Il gruppetto vincitore di ogni sfida guadagnava una lettera con i colori della propria squadra con cui si doveva comporre lo slogan di quelle giornate: CHIAMATI PER NOME PERCHÉ AMATI. È stato molto coinvolgente quando, a conclusione dei giochi, don Marcello ci ha invitato ad aprire il nostro cuore a Dio superando le nostre barriere, come il mare è capace di superare gli scogli.
Il giorno della Promessa
La domenica mattina siamo nuovamente ripartiti con destinazione San Piero a Grado dove si trova la omonima basilica; al suo interno si erge un bellissimo ciborio per ricordare il luogo dove San Pietro celebrò la sua prima messa in Italia. La basilica sorge in prossimità dello scalo fluviale ormai prosciugato dell’antico Porto Pisano dove, secondo la tradizione, sarebbe approdato San Pietro nell’anno 44 d.C.
Accompagnati da don Marcello abbiamo esplorato l’antica basilica di S. Piero a Grado nei suoi dettagli, come il doppio ordine di absidi contrapposte o l’assenza di una vera e propria facciata, oppure gli scavi sotto il ciborio condotti da un parroco, o ancora la navata centrale decorata da un ciclo di affreschi raffiguranti fatti della vita di San Pietro, dipinti da Deodato Orlandi agli inizi del Milletrecento.
Ci siamo quindi preparati alla celebrazione della Santa Messa a conclusione della quale siamo stati chiamati per nome da don Pepe per il gesto solenne della Promessa; a ciascuno di noi è stata consegnata la Tessera del Cavaliere sulla quale, oltre al nome, cognome, santo protettore, gruppo e anno, è riportata la missione a cui siamo chiamati: “Seguire Cristo tra noi cercando di farlo conoscere nel mondo”.
Che cosa significa per noi essere Cavalieri?
Per me i Cavalieri del Graal sono delle persone amiche che ti stanno molto vicino, sia prof sia ragazzi. Con queste persone mi sento apprezzato e non incompreso solo perché non faccio parte di un gruppo o di una squadra. Per me essere Cavaliere significa anche conoscere nuove persone, stringere nuovi legami d’amicizia con ragazzi più grandi di me, diventare tutt’uno con questa compagnia.
Michele Di Roma
Per me i Cavalieri del Graal sono dei veri amici che sinceramente non mi deluderebbero mai e coi quali mi posso confidare. Inoltre, tra i Cavalieri ho ritrovato molti amici e ne ho fatti di nuovi; con loro e con gli insegnanti che ci seguono trascorro dei momenti di gioco, di preghiera e di condivisione. Con loro è più facile ed entusiasmante cercare il tesoro che è stato preparato per noi dal nostro Signore.
Giorgio Clerici