Un Bene che illumina la vita

02/02/2022
Chi sono io? O meglio, di chi sono io? Così il professor Nembrini, direttore della Luigi Giussani Primary School di Kampala, ha aperto l’incontro con gli studenti delle medie.

Innanzitutto ci ha raccontato la situazione di questo paese, povero e devastato dalla guerra, legato ancora alle tradizioni tribali, con pessime condizioni igieniche, l’abitudine alla violenza, ma anche le perle e la meraviglia di alcuni luoghi e incontri che illuminano il buio di tutto il resto. 

La domanda

Tutto è partito da una domanda: Chi sono io? O meglio, di chi sono io?” che inizia a porsi un bambino mentre sta crescendo, diventando consapevole di sé stesso. Con il tempo brama sempre più una risposta, fino a farne la sua missione: testimonianza di questo percorso è la vita del prof. Nembrini, il cui “”, lo ha portato lontano da qui, la scuola in cui insegnava. 

Di certo si è trovato davanti ad una diversità e a delle difficoltà che ha superato attaccandosi ad una sua amica, Rose, che gli ha permesso di continuare a rimanere in Uganda perché il rapporto con lei era come una luce che rischiarava l’oscurità della fatica. 

Un incontro

Attraverso delle donne che Rose ha incontrato è nata una scuola, dedicata a Luigi Giussani. Queste donne hanno faticato e lavorato molto, ma lo hanno fatto con grande gioia e letizia perché consapevoli di essere amate e desiderose di amare, perché si sentono libere e anche se sono malate di HIV, cantano e ballano.  

Non hanno scelto di costruire un ospedale che curasse la loro malattia, il loro fine era più grande, desideravano che i loro figli avessero degli insegnanti che gli ricordassero il loro valore infinito, che ognuno è unico e prezioso, perché questa è l’esperienza che avevano vissuto loro in prima persona nell’amicizia con Rose.  

Il desiderio di amare

Dai racconti di alcuni episodi particolari, è stato evidente che il prof. Nembrini vive la quotidianità di Kampala e della sua scuola come possibilità di scoprire chi è (o meglio, di chi è), il suo compito e la sua appartenenza a qualcosa che è più grande del nostro male.  E la strada per questo sono le facce dei suoi studenti, della Rose e delle donne, che continuamente riaccendono in lui desiderio di poter imparare sempre di più ad amare. 

È stato impossibile rimanere indifferenti: il momento delle domande è stato un susseguirsi di questioni che molti desideravano capire, approfondire, perché provocati dalla vita che il prof. ci ha portato, non sono mostrato.

Alcune testimonianze

La cosa che mi ha colpito di più è la forza di volontà delle donne ugandesi, che nonostante abbiano poco contagiano tutti con la loro allegria e spensieratezza. Spero che queste donne possano essere di esempio anche per noi.  

Olivia Petrella

Ciò che mi ha colpito di più di questo incontro è che Andrea era attirato dal modo che le persone avevano di amarlo tanto da voler diventare come loro! 

Caterina Chiesa

Mi affascina il modo entusiasta ma semplice, con cui il prof Nembrini affronta la quotidianità. Come le donne stiano di fronte ad una realtà terribile che affrontano con i balli e i canti. I problemi rimangono, ma sanno che c’è qualcosa di più grande, lo sguardo con cui sono amate. Mi colpisce la loro libertà, il loro modo di guardare la vita. Tutto questo lo desidero per me! 

Vittoria Vincenzi

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