28 settembre: le classi prime all’Abbazia di Pomposa

05/11/2023
L’Abbazia di Pomposa si trova nella provincia di Ferrara, in Emilia-Romagna. Ci si arriva attraversando un paesaggio pianeggiante, intervallato di campi e rami del Po. In mezzo alla campagna verde emerge il campanile molto alto, anche per il colore contrastante.

Attorno al campanile sorge una enorme abbazia fondata da un gruppo di monaci benedettini, intorno al 600 d.C. per vivere insieme in un luogo di pace e di tranquillità. I monaci facevano una vita di preghiera e di lavoro. Lavorando i campi hanno bonificato e hanno trasformato il paesaggio come lo vediamo noi oggi. Prima del loro arrivo era una distesa di terreno pieno di paludi e acquitrini. Sostenuti dalla fede, sono riusciti, con molta forza di volontà, a creare questo meraviglioso luogo.

All’interno della chiesa le pareti sono tutte affrescate. Sono dei disegni precisi, anche se qualcuno è rovinato, vista l’antichità della chiesa, si riesce comunque a interpretarne chiaramente il significato. Gli affreschi sono stati disposti secondo una divisione semplice e chiara da parte del suo autore: nella parte superiore descrive l’Antico Testamento, nella parte mediana il Nuovo Testamento e nella parte inferiore vicino agli archi l’Apocalisse. Il pavimento è impreziosito da un curatissimo mosaico pavimentale i cui colori sono bianco, blu, marrone e una punta di giallo; a mio parere questi colori richiamano la terra.

L’abbazia è stata costruita in mattoni con l’inserimento di altri materiali come ceramica e pietra. I materiali sono molto stabili e questo fattore mi ha sorpreso, perché la chiesa ha subito diverse avversità climatiche ed è rimasta integra. La facciata  ha una forma triangolare nella parte superiore e possiede un portico; è stato costruito per permettere alle persone non battezzate di ascoltare la Santa Messa e per proteggere dalle intemperie e dal sole cocente i visitatori e i fedeli. Il campanile molto alto e slanciato ha le sue finestre che  piano piano si allargano salendo verso l’alto, come se volessero rappresentare la vita dell’uomo.

Secondo me i monaci volevano trasmettere un messaggio: tutto è possibile se fai le cose con amore e per amore. Infatti, tutto il duro lavoro dei monaci è stato fatto per amore al Signore e per le generazioni di uomini presenti e future per dimostrare che le cose belle e fatte con amore rimarranno per sempre. In conclusione, ritengo che il luogo sia armonioso e accogliente. In questo, come in molti altri aspetti, i monaci sono riusciti nel loro intento.

Chiara De Sinopoli

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