Questa guerra violenta è nata soprattutto per l’avvento dei nazionalismi, per cui ogni stato vuole affermare la propria superiorità sulle altre nazioni cercando ogni occasione per dimostrarlo. Accadde il 28 giugno del 1914 quello che viene chiamato il casus belli; infatti, l’associazione terroristica serba “La mano nera” riuscì ad assassinare il principe dell’impero austro-ungarico Francesco Ferdinando, futuro erede al trono, e sua moglie Sofia. Questo accadde a Sarajevo, capitale della Bosnia, che era sotto il dominio dell’impero, ma che la Serbia intendeva annettere nel tentativo di creare uno stato più forte e potente, inglobando diversi popoli dei Balcani: il loro progetto era quello di unificare diverse nazioni nella grande Serbia. Per questo assassinarono il principe. Il mese dopo l’Austria dichiarò guerra alla Serbia e subito tutte le altre più grandi nazioni ne approfittarono per schierarsi e cominciare a combattere una guerra, che stoltamente credevano durasse poco ma che in realtà si rivelò logorante, distruttiva e tragica.
Il dramma della Prima Guerra Mondiale è ancor più sconvolgente se si pensa che conclude la Belle Époque, un’epoca ricca dal punto di vista culturale, artistico e di sviluppo tecnologico che aveva aperto grandi speranze sul futuro.
Un aspetto che mi colpisce di questo tragico evento è il fatto che in guerra andarono ragazzi poco più grandi di me e molti persero la vita in nome della patria e per ideali di nazionalismo. Anche ai giorni nostri purtroppo ci sono molte guerre in cui bambini e ragazzi, anche se non combattono, subiscono comunque le violenze di governi egoisti che vogliono la supremazia e il potere su un altro paese anziché ricercare la convivenza pacifica. La rabbia e la vendetta insieme al sentimento di volersi sentire più potenti di tutti gli altri è il motivo per cui anche oggi vi sono sanguinosi conflitti, in cui manca la volontà di risolvere le questioni sedendosi davanti a un tavolo ragionando e dialogando.
Studiando la Prima guerra mondiale ho riflettuto sul fatto che le aspirazioni giuste o sbagliate che muovono i grandi fatti della storia sono poi anche le aspirazioni che muovono le azioni del singolo uomo; tutta l’umanità si scandalizza per le guerre che si scatenano nel mondo, ma l’uomo in prima persona non si accorge, o non si vuole accorgere, delle guerre che vive e che combatte fuori o dentro di sé.
Tutti quanti siamo posti ogni giorno davanti a delle scelte che sappiamo essere buone o cattive. A volte prendiamo decisioni pensando solo che sia la scelta giusta per noi o per le altre persone che ci circondano, a volte certe situazioni ci condizionano fino a farci prendere decisioni in cui l’unico criterio è il nostro tornaconto. Scegliere il bene implica percorre una strada molto più tortuosa e lunga di quella del male che invece è più diretta, ma che non fa bene a te e tutti coloro che sono vicino a te.
Foto di copertina: prima pagina del Corriere della sera 29 luglio 2014